Venerdì, 1 Novembre 2024

Accadde oggi

Il bravo avvocato e il frate acchiappa ladri

Il bravo avvocato e il frate acchiappa ladri Il bravo avvocato e il frate acchiappa ladri | © n.c.

Sono due gli articoli protagonisti di questa nuova puntata di "Accadde oggi". Buona lettura!

L'eccellenza giuridica manduriana districa un mistero del passato

In un articolo datato 12 gennaio 1914 leggiamo di una lode al giudice di Manduria, l’avvocato Francesco Camassa, che riuscì a rinviare a giudizio l’indiziato principale di un omicidio consumato nelle campagne di Sava del quale sembrava non esserci alcuna apparente prova che potesse far capire agli investigatori chi fosse stato l’omicida, dando così un barlume di speranza nella risoluzione del caso. Il Corriere delle Puglie, nel suo trafiletto, scrive che «il Procuratore del Re di Taranto, avendo notato la grande sagacia e diligenza del nostro promettente avvocato» volle assegnare «un meritato encomio», manifestandogli tutta la stima per il lavoro svolto così egregiamente. Infine, l’articolo finisce con un augurio da parte della testata giornalistica al promettente avvocato Camassa di poter continuare la sua esperienza lavorativa presso un Tribunale «ove maggiormente potrà dar prove della sua cultura e laboriosità».

Rissa nel convento dei Passionisti, «super-prete» contro tre ladri

Tra l’archivio storico della Gazzetta del Mezzogiorno, ho scovato un episodio fuori dal comune accaduto il 12 gennaio del 1953 in uno dei luoghi più conosciuti della nostra cittadina. Si legge che nel cortile del convento dei Passionisti avvenne una violenta zuffa tra tre ladri e i frati, conclusasi con la cattura di uno dei malfattori. Gli ignoti ladri, infatti, da circa due settimane erano soliti intrufolarsi all’interno del convento per rubare «grondaie, frutta e altri oggetti di poco valore». Durante l’ennesimo furto, vennero però scoperti dal superiore che, con un coraggio e uno spirito bellicoso che poco riescono ad accostarsi alla figura di un uomo di chiesa, riuscì a tenere testa ai ladri. All’arrivo degli altri frati, la banda si dileguò, lasciando solo il malcapitato che venne immobilizzato e successivamente consegnato nelle mani della giustizia.

Antonio Dinoi

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