Il ragazzo si divertiva a fare il bullo con i compagni a scuola. Rubava loro la colazione per poi buttarla, li obbligava a lasciargli usare le loro cose, imponeva loro una tangente per essere lasciati tranquilli. Quando una mamma si ribellò, il ragazzo ebbe la sua prima denuncia e la mafia gli pose gli occhi addosso. Al liceo lo contattarono proponendogli di vendere fumo ai suoi colleghi. Dissero che non faceva niente di male. In fondo lui vendeva della roba, l’uso che gli altri ne facevano non era affar suo. Poi, se non lo vendeva lui il fumo a scuola, avrebbero trovato un’altra persona. Il ragazzo accettò. Era bello essere sempre pieno di soldi, avere ai suoi piedi le più belle ragazze che gli chiedevano qualche dose gratis, potersi permettere il telefonino all’ultimo grido o il più recente modello di IPOD. Ma un giorno ad aspettarlo trovò la Finanza. Non erano carabinieri e il ragazzo gli andò incontro sicuro, invece lo arrestarono. Avevano intercettazioni, filmati e tante prove che finì al fresco per associazione mafiosa: vita finita.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.