E' stato siglato in Senato un 'Action Paper per la gestione ottimale della malattia diabetica' e garantire un accesso equo, tempestivo e sostenibile alle nuove tecnologie. La firma è avvenuta ieri, in chiusura dell'evento 'Il monitoraggio interstiziale del glucosio: il coordinamento multilivello per garantire un accesso equo a tutti i pazienti', che si è svolto su invito della senatrice Tilde Minasi, membro della Commissione Affari sociali del Senato della Repubblica, a cui hanno partecipato istituzioni, esperti, società scientifiche e associazioni pazienti di diverse regioni italiane, e che è stato realizzato con il contributo non condizionante di Roche.
L'innovazione si legge in una nota consente di rispondere in maniera efficace e personalizzata alle esigenze terapeutiche migliorando la qualità di vita delle persone con diabete, ma ad oggi l'offerta è disomogenea nelle regioni italiane e in tante non è ancora possibile avere accesso alle tecnologie più avanzate. Il documento, una 'call to action', contiene le azioni concrete per ridefinire e migliorare la presa in carico delle persone con diabete, definendo policy che consentano alla pluralità delle soluzioni, presenti e future, di essere messe rapidamente a disposizione delle persone con diabete e dei clinici in modo equo e sostenibile, superando le barriere nazionali e regionali ancora esistenti. Particolare attenzione secondo i firmatari del documento vanno riservati a: un celere e costante aggiornamento delle Linee di indirizzo regionali per la prescrizione dei dispositivi prima della pubblicazione delle gare di acquisto riferibili a nuove tecnologie; una strutturazione di modelli di procurement innovativi, definiti in base a una programmazione sanitaria corretta e allineata al fabbisogno, volta ad assicurare, a persone con diabete, un accesso ampio ed equo alle soluzioni di monitoraggio, incluse le tecnologie più recenti messe a disposizione dall’industria, lasciando al clinico la decisione di quale sia il device migliore in ottica di appropriatezza prescrittiva e personalizzazione della terapia.
Inoltre: rappresentanza costante di associazioni pazienti e società scientifiche in tavoli tecnici virtuosi al fianco delle istituzioni regionali e nazionali, affinché sostengano con le proprie competenze tecniche, esperienze e professionalità non solo la fase di programmazione sanitaria, ma tutto il percorso di gestione integrata della patologia volto a migliorare la qualità di vita di ogni persona con diabete; percorsi di formazione dedicati alle associazioni pazienti che favoriscano l'approfondimento di tematiche tecniche e l'adozione di linguaggi comuni, rafforzando la prospettiva delle persone con diabete nei tavoli di lavoro chiave al fianco delle istituzioni. E infine: l'ampliamento dei centri prescrittori di device costo-efficaci nelle regioni e la realizzazione di condizioni di equità di accesso su base nazionale, affinché ogni persona con diabete, da Nord a Sud, possa avere accesso a modelli di cura e gestione della patologia sempre più personalizzati, equi e sostenibili.
In Italia, secondo i dati Istat, circa 3,9 milioni persone hanno dichiarato di avere il diabete, nel 2023, ovvero il 6,6% della popolazione. Tale percentuale, secondo proiezioni future, potrebbe arrivare fino al 10% nel 2040, con un conseguente aumento dei costi diretti e indiretti legati alla malattia e un possibile aumento anche delle comorbidità collegate. Il diabete, infatti, richiede un monitoraggio costante e, se non adeguatamente controllato, può causare complicanze a lungo termine come retinopatia, patologie renali e cardiovascolari, a cui si aggiunge un forte impatto psicologico ed emotivo sul benessere e sulla sua qualità di vita.
"Poco più di un anno fa afferma l'onorevole Giorgio Mulè, vicepresidente della Camera dei deputati, nel video di saluti iniziali vedeva la luce la legge 130/2023 che dispone il monitoraggio e lo screening su base nazionale di tutta la popolazione pediatrica per rilevare gli anticorpi di diabete tipo 1 e celiachia. Un passo fondamentale di prevenzione. A distanza di un anno abbiamo dei dati che sono drammatici: da un lato e dall'altro testimoniano la bontà della legge, perché la percentuale di chi è predisposto al diabete di tipo 1 è quasi di 3-4 volte superiore rispetto" ai valori normalmente osservati. "Oggi è fondamentale seguire persone e bambini predisposti al diabete di tipo 1, e quindi avere un monitoraggio continuo di ciò che accade con il glucosio e di tutto ciò che riguarda l'evoluzione del diabete di tipo 1, così da avere un follow-up continuo rispetto le condizioni di queste persone. Ed è soltanto con l'applicazione di dispositivi medici che possano rilevare e riportare, nel tempo, questi dati che raggiungeremo il risultato ed è quello che abbiamo iniziato a fare con chi è stato già rilevato positivo nel primo screening pilota".
Il diabete, "oltre alle ripercussioni sulla salute individuale osserva la senatrice Minasi comporta significativi oneri economici per il sistema sanitario nazionale e la società. Il suo costante aumento sottolinea la necessità di interventi tempestivi e mirati. Si stima che una persona con diabete comporti costi associati alla presa in carico pari a circa 3.500 euro all'anno, ovvero 14 miliardi di euro totali. Di queste risorse, il 50% è da riferire ai ricoveri ospedalieri, in quanto il vero impatto in termini di salute e di costi è legato, per il 90%, alle comorbidità spesso presenti nelle persone con diabete. Basti pensare precisa che solo per le ipoglicemie severe, che spesso richiedono l'accesso al pronto soccorso, vengono spesi oltre 50 milioni annualmente in Italia. A fronte di questi dati, è evidente come il diabete e la sua corretta gestione rappresentino una priorità di salute pubblica alle quali è mandatorio rispondere tempestivamente e in maniera appropriata".
Come sottolinea il presidente nazionale Associazione medici diabetologi, Riccardo Candido: "Avere un buon controllo glicemico equivale a una riduzione di ospedalizzazioni e accessi al pronto soccorso e alla prevenzione delle complicanze a lungo termine, per questo negli ultimi anni la ricerca si è concentrata sullo sviluppo di dispositivi per il monitoraggio in continuo della glicemia in grado di prevenirne i pericolosi sbalzi. Oggi la presa in cura della persona con diabete è migliorata significativamente grazie ai numerosi device per il monitoraggio che abbiamo a disposizione, strumenti costo-efficaci sempre più vicini ai bisogni quotidiani delle persone con diabete e fondamentali per personalizzare la terapia, ma questo non basta. E' fondamentale che la tecnologia sia resa accessibile in modo omogeneo a livello nazionale e che ogni paziente sia educato al suo corretto utilizzo, così da poter sfruttare a pieno tutti i benefici dell'innovazione per migliorare la propria condizione clinica e psicologica".
Del resto "avere il diabete in una regione italiana piuttosto che in un'altra non è la stessa cosa rimarca Stefano Nervo, presidente Diabete Italia Purtroppo viviamo in un Paese con 21 sistemi sanitari regionali, e tutti con un approccio diverso nella presa in carico del paziente, sistema di approvvigionamento e modalità di distribuzione di farmaci e device. Risiedere in posti diversi significa avere una possibilità di curarsi differente, e le linee guida nazionali e regionali non sono al passo con le ultime innovazioni tecnologiche disponibili e soprattutto non sono allineate alla convergenza delle categorie già presente nelle Linee guida. Oggi è fondamentale che le istituzioni definiscano soluzioni per consentire che tutte le innovazioni presenti e future possano essere messe rapidamente a disposizione di pazienti e clinici, così da garantire alle persone con diabete di stare al passo con i progressi della tecnologia e poter scegliere liberamente, insieme con il proprio medico, gli strumenti e i dispositivi più idonei per la gestione della propria malattia. Ciò è possibile conclude solo se ogni Regione sarà in grado di creare gare aperte e multi lotto con particolare attenzione anche all'aggiornamento tecnologico".
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