
L'Atalanta continua il suo periodo di luci e ombre non andando oltre a un pareggio per 1-1 in casa contro il Lecce, facendosi avvicinare dalle diretti concorrenti per la qualificazione in Champions League. Gli orobici salgono a quota 65, tre in più della Juve e 5 in più di Bologna e Roma. I salentini rimangono al 17esimo posto, ma aumentano a due punti il vantaggio sulla zona retrocessione e nella settimana della perdita del proprio fisioterapista, Graziano Fiorita, strappano con cuore e grinta un risultato positivo da una partita che non avrebbero voluto giocare oggi. Il protagonista odierno è Karlsson: prima porta in vantaggio gli ospiti su rigore, poi causa quello del pareggio di Retegui, già recordman di gol in un campionato con la maglia nerazzurra a quota 24.
Un clima surreale al Gewiss Stadium: prima del minuto di silenzio per Papa Francesco, il minuto di silenzio per la scomparsa del fisioterapista leccese Graziano Fiorita, con i giallorossi in campo oggi in maglia bianca con la scritta "nessun valore, nessun colore", protesta silenziosa contro la scelta della Lega Serie A di posticipare di sole 48 ore la gara odierna a tre giorni dalla scomparsa del membro dello staff giallorosso. Al 16’ cinque fumogeni lanciati in campo dalla curva di casa, per un quarto d’ora in sciopero, che fanno sospendere la partita per due minuti. Poi il protagonista è Carnesecchi: al 22’ ipnotizza Coulibaly uno contro uno, poi al 26’ dapprima allontana il pericolo al limite dell’area in uscita, poi correndo all'indietro smanaccia in angolo il tentativo di pallonetto dalla trequarti di Karlsson.
Al 29’ l’arbitro La Penna è richiamato al Var per un mani di Hien di qualche minuto prima sugli sviluppi di un angolo che decreta il tiro dagli undici metri: Karlsson tira forte, rasoterra e centrale, per il vantaggio degli ospiti. Al 35’ la risposta dei padroni di casa affidata a Pasalic, servito al limite dell’area di rigore da Lookman: la parabola del tiro dell’ex Milan è insidiosa e diretta verso il palo alla sinistra di Falcone, che smanaccia. Nei minuti di recupero doppia occasione ancora per l’Atalanta: la prima capita a Lookman che in area incrocia con il mancino su cui Falcone devìa di piede, poi ci prova Zappacosta da fuori area ma il tentativo potente e centrale dell’esterno è preda delle mani di Falcone.
Nella seconda frazione di gioco l’Atalanta parte forte ma la miglior occasione è per il Lecce al 56’ quando Gallo lancia Coulibaly, dimenticato dalla retroguardia bergamasca, che serve dall’altra parte dell’area Pierotti tutto solo: l’argentino tira a lato da buona posizione. L’Atalanta tiene palla ed è costantemente nella metà campo leccese a pieno organico ma è il Lecce il più vicino al gol: al 66’ Rebic rincorre il pallone che sta uscendo dalla linea laterale nei pressi della metà campo e tira verso la porta avversaria, Carnesecchi non si fa sorprendere con un intervento in due tempi.
Al 69’ la pressione della Dea fa breccia: Cuadrado, entrato a inizio secondo tempo per lo spento Bellanova, dribbla Karlsson in area di rigore e viene steso, s’incarica del rigore Retegui che batte Falcone con un tocco leggero centrale, sorprendendo il portiere avversario. Il Lecce prende paura e al 70’ altra occasione per Retegui: il Nazionale italiano schiaccia di testa su cross di Zappacosta, la base del palo alla sinistra di Falcone salva gli ospiti. Un assedio quello degli uomini di Gasperini che ci provano in tutti i modi, con Hien ultimo uomo sempre nella metà campo avversaria, senza però impensierire più di tanto Falcone. Alla fine l’arbitro fischia tre volte ma non c’è gioia per gli ospiti, ancora scossi per la perdita e sostenuti, a inizio e fine partita, dai tifosi dell’Atalanta.
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