
Il diciottesimo pacchetto di sanzioni contro la Russia per la guerra in Ucraina approvato stamani dagli Stati membri dell'Ue nel Consiglio Affari Generali, dopo settimane di negoziati necessari per superare l'opposizione della Slovacchia, modifica, tra l'altro, il meccanismo del tetto al prezzo del petrolio russo trasportato verso Paesi terzi, deciso in sede G7 e dall'enforcement complicato, che finora Mosca è riuscito in parte a eludere.
A quanto spiega una fonte diplomatica Ue, viene introdotto un meccanismo dinamico di tetto al prezzo del greggio russo, che fisserà il prezzo al quale potrà essere venduto (non nell'Ue), con uno sconto del 15% rispetto al prezzo medio di mercato del petrolio russo. L'Urals è il benchmark russo, e viene di solito scambiato a sconto rispetto al Brent, il greggio di riferimento europeo. Ai prezzi attuali, ciò significa che, ove applicato il meccanismo, il prezzo di vendita passerebbe da circa 60 dollari al barile a circa 47,6 dollari al barile.
Viene introdotto anche, come preannunciato da Ursula von der Leyen, un nuovo divieto di "transazioni" correlate ai gasdotti Nord Stream 1 e 2. Il divieto include anche la fornitura di beni e servizi, cosa che comporta l'impossibilità di completare, manutenere e utilizzare i due gasdotti che collegano direttamente la Russia e la Germania, che sono inattivi dal 2022 (hanno subito un sabotaggio il 26 settembre 2022, nelle acque nei pressi dell'isola danese di Bornholm, nel Baltico, i cui autori sono tuttora ignoti).
Altre 105 navi vengono inserite nella lista dei natanti sanzionati perché considerati parte della "flotta ombra", che Mosca utilizza per aggirare il price cap: non potranno attraccare nei porti dell'Ue e sarà loro vietato fare trasferimenti da nave a nave. Il numero totale delle petroliere in questa lista sale a circa 400 (tre navi giapponesi sono de-listate).
Il divieto di accesso a Swift, applicato ad alcune istituzioni finanziarie, diventa un "divieto completo di transazioni": altre 22 banche russe vengono aggiunte alla lista degli istituti tagliati fuori dal servizio di messaggistica.
Viene imposto, come aveva preannunciato pubblicamente il presidente francese Emmanuel Macron, un divieto di importazione nell'Ue di prodotti raffinati derivati da petrolio russo provenienti da Paesi non Ue, ma con eccezioni: sono esentati Norvegia, Regno Unito, Stati Uniti d'America, Canada e Svizzera. Secondo la fonte, questo provvedimento chiude una falla che consentiva a Mosca di continuare ad esportare indirettamente greggio, a scopi di raffinazione.
C'è anche un divieto di transazione con il Fondo russo per gli investimenti diretti (Rdif), che copre anche i suoi investimenti e le istituzioni finanziarie che sostengono questi investimenti, allo scopo di limitare ulteriormente l'accesso della Russia ai mercati finanziari e alla valuta estera. Sono sanzionate quattro società che hanno investito nell'Rdif. Inoltre, viene abbassata la soglia minima per sanzionare le società finanziarie e bancarie che sono collegate all'Spfs, il sistema di messaggistica sviluppato dalla Banca centrale russa come alternativa a Swift.
Viene anche ridotta la soglia delle condizioni per inserire nell'elenco dei soggetti sanzionati gli istituti finanziari e creditizi di Paesi terzi che vanificano le sanzioni o sostengono la macchina bellica russa. Al riguardo, viene esteso anche il divieto di transazione per entità di Paesi terzi che aggirano i divieti relativi al petrolio.
Vengono poi sanzionati 26 soggetti, di cui 11 in Paesi terzi diversi dalla Russia (7 in Cina, di cui 3 a Hong Kong, e 4 in Turchia), ritenuti coinvolti nell'elusione delle sanzioni Ue o che forniscono supporto, diretto o indiretto, al complesso militare-industriale russo.
Il pacchetto contiene anche ulteriori divieti di esportazione, per limitare l'accesso della Russia a tecnologie a duplice uso/avanzate, comprese le macchine a controllo numerico utilizzate nel sistema militare-industriale, e, in particolare, anche nell'industria che produce gli Iskander, una famiglia di missili balistici mobili a corto raggio russi considerati molto efficaci, in grado di trasportare testate convenzionali e nucleari.
Tra l'altro, c'è anche l'estensione del divieto di transito, includendo determinati beni economicamente critici utilizzati per l'edilizia e il trasporto, due dei quali sono di "diretta rilevanza" per il settore energetico. Vengono aggiunti infine altri articoli all'elenco dei beni soggetti a divieto di esportazione, tra cui macchinari, prodotti chimici e alcuni metalli e materie plastiche.
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