"Dall'ultima rilevazione che abbiamo effettuato come Rete nazionale dei Centri antiviolenza, che è la più grande rete nazionale di centri antiviolenza in Italia, la violenza economica incide per oltre il 35% delle oltre 20mila donne che vengono incontrate e accolte, in media ogni anno, dalle 107 organizzazioni di donne che gestiscono i centri antiviolenza. Incide in quanto molte volte è un fattore che inibisce l'emersione della violenza. È una forma di violenza che impedisce alle donne di assumere la volontà di liberarsi da altre forme di violenza proprio perché in difficoltà economica”. Lo ha detto la presidente dell’associazione Donne in rete contro la violenza (D.i.Re), Antonella Veltri, intervistata a Roma, nell’ambito dell’evento di lancio della campagna di raccolta fondi “Insieme per le Donne”, giunta alla terza edizione e promossa da Bper Banca in favore del Fondo autonomia di D.i.Re - Donne in rete contro la violenza.
Veltri, poi, si focalizza su quanto gli italiani, in un contesto in cui le donne sono sempre più attive nelle posizioni apicali del mondo del lavoro, siano a conoscenza del fenomeno della violenza economica: “Il successo economico delle donne è un successo conquistato con le unghie e con i denti in un sistema politico economico e sociale davvero mortificante per le donne e per tutti i soggetti, ‘fragili e deboli’, che cercano di affermarsi nella vita economica. Per quanto riguarda, poi, quanto l'individuo medio sia a conoscenza di questo, le indagini Istat dimostrano e attestano che sono ancora forti e vivi grossi stereotipi e pregiudizi per affermare pienamente la libertà, i desideri e le scelte delle donne in una società che ancora, io definisco con forza essere una società patriarcale”, conclude.
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