
Un racconto lucido, privo di emotività, quello reso da Filippo Manni, il 21enne che ieri ha ucciso la madre Teresa Sommario, 52 anni, nella loro abitazione di Racale. Interrogato dalla pm Simona Rizzo, che ha poi disposto il fermo, il giovane ha ripercorso con freddezza i momenti del delitto.
«Ad un certo punto mi si è spento tutto. Sono salito al piano di sopra, ho preso l’ascia e l’ho uccisa. Altre volte per scherzo l’ho pensato dicendoglielo, e oggi l’ho fatto», ha dichiarato davanti al magistrato e al suo avvocato, Francesco Fasano. Parole agghiaccianti che, secondo gli inquirenti presenti all’interrogatorio, non avrebbero lasciato trasparire alcun segno di pentimento.
Dopo l’omicidio, il giovane si era allontanato da casa, mentre la madre veniva trovata agonizzante sul divano dal figlio minore, di 17 anni, che ha tentato inutilmente di salvarla. L’arma del delitto, un’accetta usata in ambito scoutistico e custodita in casa, è stata rinvenuta accanto al corpo.
Filippo Manni è stato trasferito in carcere, dove è sottoposto a un regime di sorveglianza rafforzata in vista dell’udienza di convalida davanti al gip. Intanto, per venerdì 20 giugno è stata disposta l’autopsia sul corpo della donna, che sarà eseguita dal medico legale Alberto Tortorella.
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