
Il giornalista savese Giovanni Caforio è stato condannato dal Tribunale di Taranto alla pena di sette mesi di reclusione perché ritenuto colpevole di diffamazione continuata a mezzo stampa nei confronti del sindaco di Sava, Dario Iaia.
I fatti per i quali Caforio è stato ritenuto colpevole si riferiscono ad alcuni articoli pubblicati a sua firma sul suo giornale e su Facebook relativi ad un attentato incendiario di cui fu vittima il sindaco di Sava nel 2013. (L’incendio della sua auto e della moglie).
Per quegli articoli il pubblico ministero Lelio Fabio Festa aveva già emesso un decreto di citazione in giudizio nei confronti dell’imputato accusandolo di avere «offeso l’onore e la reputazione personale e politica di Dario Iaia nella qualità di sindaco del comune di Sava».
Dopo l’attentato incendiario dell’aprile del 2013, si legge negli atti d’accusa, Caforio «in numerosi articoli ed editoriali … avviava una sistematica campagna denigratoria, sostenendo – senza al contempo indicare il fondamento conoscitivo delle proprie affermazioni, che l’attentato fosse riconducibile al malcontento di ambienti criminali ai quali Iaia si era rivolto, promettendo, in cambio di sostegno elettorale, benefici (primo fra tutti posti di lavoro) che poi non aveva elargito e così usando l’illegalità per farsi erigere a rappresentante della legalità».
Al termine della pubblica udienza che si è svolta lunedì 5 ottobre, il giudice della prima sezione penale del Tribunale di Taranto, ha inoltre condannato il giornalista al pagamento delle spese processuali pari a 6.840 euro (per le spese di costituzione parte civile sia da parte del sindaco Iaia sia del comune di Sava), oltre al risarcimento danni in favore di Iaia quantificati in 7.500 euro e del comune per latri 5.000 euro. Le parti lese sono state assistite dagli avvocati Egidio Albanese e Franco Fistetti.
Certo il ricorso in appello da parte dell’imputato.
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