Evviva! Anche per questa campagna i grandi commercianti hanno definito il prezzo delle uve primitivo! Le ultime notizie riferiscono di 60-70 euro per quintale. Alleluia! Come già accaduto negli ultimi due anni sembra che abbiano concordato e deciso il prezzo delle uve alla faccia della libera concorrenza! Vogliamo chiamarlo “Cartello delle offerte di acquisto?”. Un territorio come il nostro in cui il comparto vitivinicolo rappresenta l’economia dello stesso, é attualmente alla mercé dei grandi gruppi di acquisto e distribuzione che in barba alle leggi decidono ed impongono il prezzo!
Loro traggono certamente giovamento perché i lucrosi contratti di forniture sui mercati nazionali ed internazionali sono già stati stipulati e ora pagando le uve con prezzi da fame avranno marginalità pazzesche!
E ai poveri agricoltori? A costoro restano le briciole: ”se vuoi darmi le uve, questo è il prezzo: o prendi o lascia pure le uve sulla pianta!”, è la minaccia. Nel nostro territorio con produzioni di 90 quintali media per ettaro e con un costo conduzione di non meno di 4000-4.500 euro per ettaro, cosa si potrà attendere? I ricavi copriranno a malapena i costi di produzione!
Risultato?
Calo del valore immobiliare, vendita dei vigneti a prezzi da fame e disinteresse di quei giovani che negli ultimi anni si erano riavvicinati a questo meraviglioso mondo, ma che, ahimè, ora andranno altrove per costruirsi un futuro!
Di chi è la responsabilità?
La classe politica ha completamente dimenticato e abbandonato coloro che li hanno eletti. Gli organi di controllo assolutamente latitanti, e mi auguro per inconsapevolezza piuttosto che per ignoranza! Il nostro tesoro, “l’ uva primitivo”, non è stato tutelato da chi doveva vigilare causa la loro innata cecità! Si è permesso l’impianto selvaggio, e forse anche abusivo, di centinaia di ettari in tutta la nostra regione!
“Chi ha permesso questo?”
I francesi, intorno alla metà del IXX secolo capirono che per tutelare lo “Champagne” dovevano imporre e controllare l’areale di produzione delle uve atte ad essere elaborate per dare vita al famoso vino e imposero l’area di produzione, fissarono un massimo di ettari di coltivazione delle varietà utilizzate perché capirono (loro, più di 200 anni fa ) che era necessario per tutelare il prodotto per non inflazionarlo! Noi (talmente presuntuosi da non guardare chi ha fatto bene nella storia), non abbiamo ancora capito una “mazza” e quando il vino Primitivo si è imposto sui mercati, si è concesso l’impianto di questa varietà in modo selvaggio!
Risultato?
In tre soli anni il prezzo delle uve è passato da 130-140 euro per quintale, con punte di 160 euro, agli attuali 60 euro!
Il povero contadino, pecora era e pecora rimane, dovrà come sempre subire! Certamente questo giova ai nostri governanti, perché più il popolo è povero e pecora e più esso è sottomesso!
E il mercato? Non si tratta più di libero mercato, ma mercato oligopolistico!
Ringraziamenti:
Alla nostra classe dirigente
Ai nostri governanti politici
Alle confederazioni politicizzate e conseguentemente con le mani legate (quando si è destinatari di finanziamenti pubblici, spesso agevolati da volontà politica, si ha il diritto di fare solo polvere e null’altro!)
Agli organi di controllo (esempio i consorzi di tutela)
Solo pochi si muovono e mi riferisco all’ intervento dell’attuale assessore regionale Donato Pentassuglia sul tema dell’abbassamento delle rese delle Igp di alcune varietà a cui va certamente un plauso per il suo impegno, il quale, seppur tardivo (non per sue responsabilità), è un lancio molto deciso di un masso nelle acque stagnanti.
O qui ci svegliamo tutti, o sarà inevitabile il fallimento!
Vi sembra dignitoso genufletterci innanzi alla politica per elemosinare il diritto a sopravvivere? Ricordo a tutti di leggere sui dizionari il significato di “politico”, il cui vero scopo è quello di “Servire le necessità del popolo e non viceversa!”
Serpeggia ora tra i nostri giovani il desiderio di abbandonare il lavoro dei padri, ma noi dobbiamo opporci, per evitare quello stupro che già avvenne negli anni ‘60, con l’insediamento dell’Italsider! Amen!
Salvatore Tatullo agronomo e perito sommelier
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9 commenti
Carlo
gio 22 agosto 2024 11:12 rispondi a CarloBrutta bestia il villano Manduriano,prima si vendeva ha privati(napoletani,baresi e gente del nord) li avete BRUCIATI. A desso fate aceto dal primitivo.siete diventati zero
Un cittadino
mar 20 agosto 2024 04:17 rispondi a Un cittadinoPer che traverse una ventina di anni fa mi ritrovati a fare un corso con la prof. Gallotta dell'AgriStudio di Firenze, letto con analisi lucida mi faceva notare che il cancro dell'agricoltura meridionale erano i famosi mediatori, una classe di commercianti che lucrano e vivono sulle spalle degli agricoltori senza apportare nulla al tessuto produttivo e negando industrie di trasformazione che apporterebbero valore ed occupazione a tutto il territorio.. abbiamo tutti presente cos'era il pomodorino di Manduria ormai una leggenda tramandata ai posteri, realtà create da generazioni di contadini che si erano specializzati così come per il primitivo generazioni di contadini semi analfabeti che hanno dato lustro e redditività ad un intera generazione.. Adesso sembra ritornare lo spettro dei mediatori, avvoltoi senza scrupoli..
Lorenzo Libertà per la Marina
mer 21 agosto 2024 04:31 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaStessa fase negativa degli anni 1958/59 quando centinaia di contadini hanno dovuto obbligatoriamente vendere tumuli di terra resa fertile negli anni con tonnellate di pietre asportate spaccate e queste diventate muri a secco che segnavano i confini. Ai tempi i mediatori si chiamano 'Tramatari', gente che non sapeva cisa fosse la zappa, con le mani ben curate e i capelli impomatati. Stavano nei bar dalla mattina alla sera e nelle stagioni delle olive, vendemmia e raccolta fichi si presentavano in piazza Garibaldi e decidevano tra di loro quanto valesse il sangue dei contadini. Sempre poco e sempre con pagamento a loro volere. In migliaia vendettero la terra per pochi soldi tentando la fortuna al nord o all'estero. Oggi tutto ritorna e la libertà di poter vivere degnamente è tornare indietro nel tempo. Unico problema? Al nord le fortune sono esaurite da decenni. Opinioni
Giovanni Di Noi
mar 20 agosto 2024 04:02 rispondi a Giovanni Di NoiAgricoltori, siete voi che con l'uva date la materia prima alle cantine. Decídete lo voi il prezzo tutti insieme e fate voi cartello alle cantine. Senza l'uva loro il vino non possono farlo!! Fatevi furbi!!! Non pecore.
Ex vacanziere
mar 20 agosto 2024 12:40 rispondi a Ex vacanziereQuesta è la riprova di tutto un apparato che di economia e come stuzzicarla non ha capito, tutto l'apparato,una MAZZA! Anche del governo del territorio marino, autentica ricchezza che non sanno sfruttare.Meglio che vanno a casa, il più presto possibile.e si insedi gente capace e incominci a promuovere a 360 gradi.
Alessandra Moscogiuri
mar 20 agosto 2024 10:11 rispondi a Alessandra MoscogiuriBravo Salvatore, analisi perfetta! Il nostro è diventato territorio di conquista perchè non abbiamo avuto orgoglio territoriale. Poi vengono quelli da fuori e speculano a più non posso e i contadini aspettano più di due anni per essere pagati dopo il conferimento uve presso i vari consorzi.Che disastro!!!
Ale
mar 20 agosto 2024 08:52 rispondi a AleSarebbe opportuno prendere qualche iniziativa radunando gli agricoltori in modo da prendere una decisione unanime ed andare avanti
Illanu
mar 20 agosto 2024 07:59 rispondi a IllanuSignori,ricordatevi che i terreni sono vostri,fatele fallire queste Cantine,non portate niente,chissà che speculazione c'è dietro,si fanno i soldi con il vostro prodotto e il vostro sudore,il primitivo è unico,non c'è ne sono altri e loro vogliono farci credere che lo vendono a questi prezzi,ladri..
Un cittadino
mar 20 agosto 2024 04:21 rispondi a Un cittadinoCi sono grosse cooperative, per fare degli esempi San Marzano, Leporano dove grossi produttori di Manduria conferiscono il loro prodotto sfuggendo altre cooperative locali creando concorrenza sleale contro i manduriani stessi