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Il velo dipinto fa vincere il premio a Florenza Parco - La recensione del libro

Il velo dipinto fa vincere il premio a Florenza Parco - La recensione del libro Il velo dipinto fa vincere il premio a Florenza Parco - La recensione del libro | © n.c.

Il concorso settimanale “Indovina la copertina” è stato vinto da Florenza Parco che ha dato la risposta corretta il 28 aprile alle ore 22.53. Un ringraziamento va anche agli altri lettori che hanno partecipato al gioco, indovinando però in ritardo.

Congratulazioni Florenza! Questa settimana si è aggiudicato il meritato premio: un buono Feltrinelli del valore di 5€.

Titolo: Il velo dipinto

Autore: William Somerset Maugham

Genere: Narrativa moderna e contemporanea

Casa Editrice: Adelphi

Anno di pubblicazione:2011

1° edizione originale: 1925

Pagine: 234

La mia recensione

Il velo dipinto è un romanzo che mi ha emozionato molto.

L’autore, grazie ai suoi toni aspri e pessimisti, ha reso la narrazione molto più vicina alla realtà di quanto non farebbe una dai toni più dolci.

La storia sembra quasi banale: una donna superficiale e puerile, insoddisfatta della sua vita coniugale che accetta di buon grado le avances di un ricco belloccio, all’insaputa del marito.

Kitty è una sognatrice, amante della vita mondana, delle feste e del dolce far niente. Fin da ragazza la sua folgorante bellezza aveva reso molti uomini suoi pretendenti che venivano però gentilmente rifiutati, perché non ritenuti alla sua altezza. Solo quando si rese conto che la sorella minore si sarebbe sposata prima di lei, accettò l’incitamento della madre per accasarsi con Walter Fane, un batteriologo, anch’egli considerato da Kitty poco appetibile, soprattutto economicamente.

Walter è invece un uomo timido, intelligente e umile, considerato da molti strano e scostante; tutto il contrario di Kitty che invece è solare e sprigiona allegria da tutti i pori. Nonostante la loro incredibile diversità caratteriale, si è sempre ritenuto fortunato per esser riuscito a conquistare la sua sposa e conscio di questo, ha cercato di non infastidirla con il suo eccessivo amore.

Il ricco belloccio, infine, si chiama Charles Townsend, sposato con Dorothy. Spavaldo, affascinante, arrogante e vincente; tutte qualità che fanno gola a Kitty, la quale intraprende una relazione extra coniugale all’oscuro da tutti.

Tutto quello che il lettore ha l’onore di leggere, è raccontato dal punto di vista di Kitty. Le sue passioni, le sue paure, le sue considerazioni e il suo umore, non fanno altro che delineare l’immagine di una ragazza un po’ sciocca, infantile e ingenua.

Fino qui il romanzo procede senza colpi di scena e di primo acchito dà l’aria di essere noioso; ma tutto cambia quando Walter scopre il tradimento.

Ormai ferito nell’orgoglio, l’errore della moglie fa emergere ancor più il suo lato freddo e risoluto, tanto da mettere Kitty di fronte a un brusco e crudele ultimatum: riuscire ad ottenere dall’amante la promessa di divorziare da sua moglie e sposarla, o seguire lui stesso verso una probabile morte a Mei-tan-fu, dove è scoppiata l’epidemia del colera.

La spiacevole condizione in cui è riversa la nostra protagonista è ispirata dall’episodio dantesco di Pia de’ Tolomei, come racconta lo stesso Maugham nella prefazione. Ella era una gentildonna senese; il marito, sospettandola di adulterio e non osando metterla a morte per timore dei familiari, la portò in un suo castello in Maremma nella speranza che i mefitici vapori del luogo provvedessero alla bisogna; ma poiché ella tardava a morire si spazientì e la fece gettare dalla finestra.

L’epilogo di questo racconto medievale, è molto diverso dalla sorte che toccherà a Kitty durante la sua permanenza a Mai-tan-fu. Infatti, nella solitudine della sua casa, mentre il marito si appresta a trovare una cura che possa aiutare i malati, la ragazza impara a riflettere molto sulla sua vita, sulle persone che aveva conosciuto e che si erano rivelate diversamente da come le aveva immaginate.

Inizia così un percorso di rinascita interiore che porta Kitty a confrontarsi con i suoi errori e la sua educazione di ragazza frivola improntata dalla famiglia.

La storia di Kitty sembra raccontare ciò che narra anche la poesia di Shelley da cui il romanzo prende il titolo:

“Non sollevare quel velo dipinto, quel che i viventi

chiamano Vita: per quanto forme irreali vi sian ritratte

e tutto quello che vorremmo credere

vi sia imitato a colori capricciosamente,

dietro stanno in agguato Paura e Speranza,

Destini gemelli, che tessono l’ombre in eterno

sopra l’abisso cieco e desolato.[…]”

Il mio miglior passo tratto dal libro

“«Su di te non mi facevo illusioni» disse. «Sapevo che eri sciocca e frivola e una testa vuota. Ma ti amavo. Sapevo che le tue aspirazioni e i tuoi ideali erano banali e volgari. Ma ti amavo. Sapevo che eri una persona di second’ordine. Ma ti amavo. Mi vien da ridere se penso con quanto impegno cercavo di divertirmi alle cose che ti divertivano, quanto mi premeva nasconderti che non ero ignorante, volgare, pettegolo e stupido. Sapevo come avevi paura dell’intelligenza e cercavo in tutti i modi di farti credere che ero sciocco come gli altri uomini di tua conoscenza. Sapevo che mi avevi sposato solo per convenienza. Non mi importava, ti amavo tanto. Molta gente, a quel che vedo, se è innamorata senza essere ricambiata pensa di subire un torto. Si arrabbia, prova rancore. Io non ero così. Non ho mai preteso che tu mi amassi, non vedevo motivo perché tu dovessi amarmi, non mi ritenevo molto amabile. Ero grato che mi fosse concesso di amarti e andavo in estasi se ogni tanto mi pareva che tu fossi contenta di me o se notavo nei tuoi occhi un barlume di benevolo affetto. Cercavo di non annoiarti col mio amore, sapevo di non potermelo permettere e stavo sempre attento al tuo primo segno di insofferenza. Quello che i mariti di solito pretendono come un diritto io ero disposto a riceverlo come un favore.»”

Francesca Dinoi

La mia valutazione: 5 stelle su 5


Scheda di copertina (dal web)

Che ragione poteva avere l’incantevole, frivola Kitty – occhi scuri e splendenti, capelli alla garçonne – per sposare il gelido e inamabile dottor Fane – batteriologo alle dipendenze del governo inglese – se non il puro panico? Panico, soprattutto, di fronte alla prospettiva di deludere la madre, implacabile tessitrice di buoni matrimoni. Non meraviglia allora che Kitty cada subito vittima del sorriso incantatore dell’uomo più popolare di Hong Kong, Charlie Townsend, a sua volta regolarmente sposato. Ma nei romanzi di Maugham la beffarda complessità della vita scompiglia a ogni pagina le carte e rimette in gioco i destini, spiazzando il lettore. E spiazzata, e sgomenta, è Kitty allorché il marito, che ha scoperto tutto, le propone di seguirlo in una città dell’interno, Mei-tan-fu, dove il colera sta decimando la popolazione. Che cosa cela la flemma disumana del dottor Fane? Un sinistro disegno di morte? O una perversa, demiurgica macchinazione? Più semplicemente, la possibilità di un nuovo destino, che si dischiuderà alla frivola Kitty a poco a poco, come un oscuro segreto, nella putrescente Meitan- fu, dove la morte miete uomini, convenzioni e certezze – e dove mai si sarebbe aspettata di trovarlo.

Scheda autore (dal web)

William Somerset Maugham nacque a Parigi nel 1874 e morì a Nizza nel 1965. Romanziere e commediografo viene ricordato come uno scrittore dal pessimismo acre e freddo, nonché per l'ironia crudele e cinica, armi con cui flagella inesorabilmente vizi e follia degli uomini, ma soprattutto delle donne. La visione del mondo di Maugham è cupa, ma anche dotata di senso d'umanità.

Tra le sue opere si ricordano: "Di schiavitù umana" (1915), "La luna e sei pence" (1919), "Il velo dipinto" (1925), "Ashenden o l'agente inglese" (1928), "Paste e birra" (1930), "Una vacanza natalizia" (1939), "Il filo del rasoio" (1944), "Catalina" (1948).

Attenzione, domani vi proporremo il nuovo gioco.

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