Venerdì, 26 Aprile 2024

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Le promesse non mantenute sul Giannuzzi

Le promesse non mantenute sul Giannuzzi Le promesse non mantenute sul Giannuzzi | © n.c.

E’ la discussione del giorno. Riguarda la sanità in questa parte della provincia, una volta garantita dall’ospedale “Marianna Giannuzzi” (e in particolare dalla professionalità di tanti medici e infermieri), e che ora sembra ancorata solo sulle risorse del PNRR.
Prima di addentrarci nel cuore del problema, è necessario compiere un salto a ritroso nel tempo. Nella prima fase della pandemia, come si ricorderà, il “Giannuzzi” fu trasformato completamente in ospedale Covid.
Decisione subìta senza tante recriminazioni, ma con l’impegno che, al termine della pandemia, si sarebbero incalzati i vertici di Regione e Asl per ottenere un “ristoro” per questo “sacrificio”.
Da più parti si invocò il passaggio del “Giannuzzi” da ospedale di base a ospedale di primo livello, per le tante ragioni note, prima fra tutte quella della distanza dai centri sanitari provinciali più attrezzati.
Nell’immancabile seduta monotematica del Consiglio comunale, aperta all’allora direttore generale della Asl, ad assessori e consiglieri regionali, rassicurazioni (quasi) a 360 gradi: non ci dimenticheremo del “Giannuzzi”. Anzi, “presto appronteremo un piano di rilancio”.
Piano, questo, mai visto. In questo frangente, l’organico del “Giannuzzi” continua a perdere molti degli stimati professionisti che vi lavoravano: alcuni vanno in pensione, altri optano per un trasferimento in nosocomi con una (evidentemente) più rosea prospettiva.

Ed arriviamo ai giorni nostri


Da Bari arriva la notizia dei 56 milioni destinati alla Asl di Taranto per il potenziamento dell’assistenza territoriale.
Già, l’assistenza territoriale, che dovrebbe basarsi su tre livelli: ospedali di comunità, case di comunità e centrali operative territoriali.
Descriviamo dapprima queste nuove strutture sanitarie.
OSPEDALI DI COMUNITA’ - Saranno strutture per ricoveri di breve durata in raccordo con l’assistenza ospedaliera e quella domiciliare, che permettono di offrire una migliore assistenza ai malati cronici che necessitano di ricoveri per terapie particolari o per quei pazienti che in seguito a una patologia acuta hanno bisogno di cure non erogabili a domicilio.
CASE DI COMUNITA’ - Saranno strutture polivalenti che garantiscono sia attività di cura che di prevenzione, grazie alla presenza di medici di base, specialisti, e infermieri di comunità.
CENTRALI OPERATIVE TERRITORIALI – Avranno un ruolo di coordinamento per la presa in carico della persona e di raccordo tra servizi sanitari e sociosanitari, oltre che di dialogo con la rete dell'emergenza-urgenza.
Bene, stante all’annuncio dell’Amministrazione di Manduria, la città potrà contare su tutte e tre le nuove strutture.
Ma vediamo meglio come stanno le cose.
Con i 56 milioni di euro, quattro ospedali di comunità a Ginosa, Castellaneta, Massafra e Martina Franca. E Taranto e Manduria? Queste strutture dovrebbero o potrebbero essere realizzate ma al momento mancano i finanziamenti. Non lo sosteniamo noi, ma il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle (quindi forza di maggioranza) Marco Galante.
Insomma, anche in questa graduatoria, Ginosa, Castellaneta, Massafra e Martina Franca sono privilegiate. Per Taranto (che però presto potrà contare su un grande ospedale in costruzione) e per Manduria bisognerà sperare che qualcuno, in un secondo momento, individui le risorse.
Già, i finanziamenti. Non dimentichiamo che, con le ingentissime spese sostenute per fronteggiare la pandemia, la Regione sta incontrando difficoltà a stabilizzare persino gli operatori del 118 (recente la polemica fra Palese ed Emiliano).
Poi ci sono le case di comunità. Abbiamo già detto che sono strutture polivalenti, a nostro avviso simili al Centro Polivalente che è già attivo a Manduria.
Sorgeranno a Massafra, Taranto, Ginosa, Martina Franca, Laterza, Grottaglie, Mottola, Castellaneta, San Marzano di San Giuseppe, Maruggio, Crispiano, Manduria, Sava, Palagiano, San Giorgio Ionico, Pulsano e Torricella, mentre a Talsano sarà finanziata con altre risorse.
Infine le centrali operative territoriali. Saranno allocate, sempre secondo i programmi, a Ginosa, Taranto, Grottaglie, Massafra, Martina Franca e Manduria.
Considerando che, al momento, questo è solo un programma, che dovrebbe avere risorse forse appena sufficienti per la realizzazione fisica delle strutture ma non per il personale, ci poniamo una domanda: l’offerta sanitaria per Manduria crescerà o sarà ulteriormente ridimensionata?
Del destino, a nostro avviso segnato, dell’ospedale “Giannuzzi”, nessuno parla più. C’è chi gongola per aver ottenuto, sulla carta, la casa di comunità (probabilmente un doppione del Centro Polivalente esistente) e la centrale operativa territoriale. Dell’ospedale di comunità, lo ribadiamo, non v’è assolutamente certezza. Anzi, crediamo che Manduria (Amministrazione in primis) dovrebbe protestare per non essere stata inserita nel ristretto lotto di comunità per le quali sono destinate con certezza le risorse (ci riferiamo a Ginosa, Castellaneta, Massafra e Martina Franca).
E il “Giannuzzi”? Negli ultimi anni ha continuato a perdere servizi e validi operatori sanitari. Il presente e il futuro, insomma, sembra segnato, soprattutto in considerazione del più volte annunciato ridimensionato di (alcuni) ospedali di periferia, se e quando entrerà in funzione il “San Cataldo”.
Però si brinda a questa ennesima vittoria di Pirro…. Quale “ristoro” ha ottenuto Manduria dopo aver “ceduto” il proprio ospedale per l’emergenza Covid?
Attendiamo risposte.
In ogni caso, nel dubbio, abbiamo voluto leggere i vari commenti postati sui social nelle ultime ore, soffermandoci, in particolare, su quelli degli operatori sanitari, che vivono in prima persona i tanti problemi della sanità.
Ebbene, due di questi commenti ve li vogliamo proporre. Indichiamo solo il nome di battesimo dell’autore, conoscendo però il cognome e il ruolo svolto nella sanità ionica.
Eccoli.

COSIMO - «Questa “bufala” dell’ospedale di continuità toglie sicurezza ai cittadini di Manduria e anche dignità visto che saremo curati diversamente da quelli di Martina e Castellaneta. È una cosa che da politico ho evitato e oggi invece è stato concesso. Sono anche propenso a pensare nella buona fede, perché il comune cittadino/amministratore non tecnico non sta cogliendo la reale gravità della situazione.
Auguro a tutti di vivere 100 anni per avere modo di vedere questo modello organizzativo. Oggi intanto diciamo addio, già da qualche anno a dire il vero, all'ospedale che altri mantengono (Martina, Castellaneta, Francavilla)».

ANTONELLA - «14 anni fa, quando arrivai a Manduria, l’ospedale era un vero gioiello! Si lavorava bene e c’erano reparti che meritavano il titolo di “eccellenza”. Per me, che provenivo lavorativamente da un policlinico, fu stupendo scoprire l’”umanizzazione del paziente”, oltre alla professionalità che caratterizzava alcuni reparti. Nel corso degli anni ho assistito alla chiusura di ginecologia/maternità, nido, pediatria, Utic... Per fortuna l’apertura della Terapia Intensiva, vero fiore all’occhiello della struttura!


Ma definire una vittoria aver l’ ottenuto “ospedale di comunità” è cercare di camuffare una solenne sconfitta in vittoria! Il Giannuzzi meritava di più soprattutto dopo ciò che ha saputo dimostrare durante il periodo Covid! Non prendeteci per i fondelli, per favore!».

Nando Perrone

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