Sabato, 27 Luglio 2024

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L’analisi di Gabrio Distratis

Vincitori e vinti del panorama politico manduriano

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Chi ha davvero vinto le elezioni europee a Manduria? Chi può vantarsi a Manduria del successo dopo la tornata elettorale continentale di sabato e domenica scorsi? Forse meglio iniziare col dire chi ha perso sicuramente: la democrazia manduriana. Ancora una volta, infatti, le dinamiche politiche locali mettono in luce lo stato comatoso ed estremamente allarmante della democrazia manduriana che si manifesta, questa volta, con un numero percentuale: 36.17%. Si tratta del dato dell’affluenza alle urne degli elettori manduriani, otto punti in meno rispetto alle ultime europee del 2019 (44.13 %) ed addirittura 13 punti e mezzo in meno rispetto alla già bassissima percentuale a livello nazionale di questa tornata elettorale europea (49,69%). Praticamente due elettori manduriani su tre hanno preferito non recarsi alle urne durante la due giorni elettorale appena passata. Numeri spaventosi che già da soli dovrebbero far perdere il sonno a tutti coloro i quali tengono minimamente alla attendibilità del “gioco” democratico, semmai a Manduria ancora qualcuno abbia dubbi sull’allarmante stato delle dinamiche politiche.

Da questi dati deriva, quindi, tutta l’analisi delle singole percentuali, e dei voti, racimolati (è il caso di dire) dalle varie forze politiche. Nella città messapica, il partito della presidente del Consiglio, Fratelli d’Italia, ha raggiunto il 30,83% dei consensi, staccando di pochi percentuali il Partito Democratico (30,17%): numeri decisamente più alti rispetto alle medie nazionali dei due partiti ma che assumono tutt’altro significato se analizzati insieme ai voti reali collezionati da entrambi.

FdI, infatti, ha ottenuto 2.643 preferenze, decisamente meno rispetto ai 3.411 voti presi alle ultime politiche (2022), segnando così una decisa perdita di consenso dopo un notevole trend positivo degli ultimi anni (alle europee del 2019 il partito di Giorgia Meloni ottenne 987 voti a Manduria). Discorso diverso, e forse più complesso per il PD manduriano, a supporto del quale si sono spesi praticamente i tre quarti del consiglio comunale attuale, amministrazione e giunta compresi: Pecoraro ed i suoi sempre ubbidienti “gregorio’s boys”, accompagnati dagli ex consiglieri Maria Grazia Cascarano, Mario D’Oria, Teo De Cillis ed Emiliano Pacifico, per arrivare al Pd “di opposizione” del consigliere comunale Domenico Sammarco. Tutti insieme appassionatamente per il Partito democratico. Risultato? 2.587 voti, lontanissimi sia dai 4.833 che dai 4.511 che rispettivamente Pecoraro e Sammarco ottennero alle ultime comunali.

Tornate elettorali diverse, certo, ma numeri altrettanto impietosi, non tanto più alti, inoltre, di quanto lo stesso Pd ottenne alle europee del 2019 (1.744 voti).

Si potrebbe obiettare che 2.587 voti per un partito che praticamente a Manduria non esiste rappresentano oro colato benedetto dal cielo, ma i più maliziosi ricordano ancora la sboronaggine fuori onda di Gregorio Pecoraro che pochi mesi fa si vantava di essere lui stesso il Pd a Manduria (contento lui!).

Conferma il già bassissimo consenso il Movimento 5 Stelle (1.066 voti) rispetto alle ultime comunali (789 preferenze) ma subisce un grandissimo crollo se rapportato alle europee del 2019 quando a Manduria ottenne 2.930 voti. E, parlando di tonfo, come non notare per l’ennesima volta l’assenza totale della “sinistra” manduriana e degli ecologisti: Alleanza Verdi e Sinistra racimola appena 278 voti, dimostrando di non essere in linea con i risultati lusinghieri del partito di Fratoianni e Bonelli a livello nazionale.

Anche Forza Italia dimezza i propri consensi (ottiene 755 voti rispetto ai 1.428 del 2019). Ecatombe della Lega di Salvini che passa dai 2.745 delle europee del 2019 ai 582 del 2024 anche grazie alle 40 preferenze ottenute a Manduria dal generale Vannacci.

Non pervenute a Manduria anche le liste di Renzi&Bonino, Stati Uniti d’Europa (311 voti) e quella di Calenda, Azione (85 voti).

Gabrio Distratis


 

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1 commento

  • il pasticciotto indigesto
    mer 12 giugno 16:34 rispondi a il pasticciotto indigesto

    Le elezioni erano europee e i voti riguardavano candidati continentali, non Pecoraro. Se Manduria avesse dovuto votare su di lui, avrebbe preso zero voti. Pecoraro non rappresenta né Manduria né la sinistra o il PD. È solo un borioso che si crede al comando, ignaro del disgusto che provoca e del rovinoso fallimento elettorale che lo aspetta. E se qualche dirigente aprisse pubblicamente a qualche assemblea in citta ne vedrete delle belle

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