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Era il primo febbraio del 1929. La «Gazzetta del Mezzogiorno», pubblica un resoconto dei prestiti familiari concessi alla popolazione dall’Amministrazione Provinciale nel mese di gennaio. Il totale del denaro donato ai cittadini è di 30mila e duecento lire (circa 14mila euro attuali). Mentre oggi vige il diritto alla privacy, negli articoli del periodo venivano riportati fedelmente i nomi e cognomi di ciascun beneficiario del prestito, con annesso valore del prestito ricercato. Si leggono, infatti, i nomi di famiglie di tutta la provincia tarantina, tra cui quelli di una famiglia residente a Uggiano Montefusco, che ottenne dalla Provincia la somma di 1000 lire (circa 50 centesimi di oggi) e una coppia di coniugi manduriani, con un’assegnazione di 1100 lire.Questa notizia che mostra quanto sia cambiato il valore della moneta e di conseguenza il costo della vita, mette in risalto la trasparenza sull’utilizzo del denaro pubblico che oggi viene invece ristretta tra mille legacci di quel diritto alla riservatezza che per quanto giusto sia spesso serve a mascherare un cattivo impiego della cosa pubblica. Antonio Dinoi
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