
La grave flessione del turismo sul nostro litorale impone una riflessione seria sulle cause, che sarebbe riduttivo attribuire esclusivamente a una crisi generale del settore. Piaccia o no, occorre prendere atto di alcune verità che i turisti denunciano da tempo: la carenza di strutture, i canoni di locazione esosi, l’aumento ingiustificato dei prezzi e, non da ultimo, una sorta di “militarizzazione” del territorio (le famigerate strisce blu) realizzata con il chiaro intento di “fare cassa”.
È doveroso ribadire che Manduria si dimostra strutturalmente incapace di gestire un litorale lungo dodici chilometri, che richiederebbe l’istituzione di un assessorato specifico. Torre Colimena e Specchiarica attendono da decenni l’allacciamento alla rete idrica e fognaria. Come è noto, queste località sono abitate in prevalenza da cittadini avetranesi, i quali invocano da tempo immemorabile il distacco da Manduria che, nonostante la sua nobile tradizione, oggi non riesce a reggere il confronto con il dinamismo di altre realtà come Mesagne e Nardò.
Avetrana dovrebbe pertanto riaprire la disputa sulla proprietà di questa fascia costiera alla luce della vicenda del depuratore e delle nuove argomentazioni giuridiche che ne legittimano la rivendicazione. Ci riferiamo alla sentenza n. 214/2019 della Corte Costituzionale, su cui si fonda il percorso suggerito dal “Comitato di Torre Colimena e Specchiarica” nell’elaborato depositato e protocollato presso il Comune di Avetrana.
I cittadini avetranesi dovrebbero inoltre valutare l’opportunità di riaprire un’altra vecchia questione che la politica ha inspiegabilmente abbandonato: il cambio di provincia. Tale proposta era stata avanzata alcuni anni fa, ma si arenò a causa dell’entrata in vigore della legge Delrio (L. n. 56/2014), legata al progetto di riforma costituzionale “Renzi-Boschi” che prevedeva la soppressione delle province, progetto poi bocciato con il referendum del 4 dicembre 2016.
Oggi si discute nuovamente di un intervento legislativo per ridefinire compiti e modalità di elezione delle province. Secondo molti giuristi, l’attuale quadro normativo – rimasto incompleto a seguito dell’esito referendario – non impedisce modifiche delle circoscrizioni provinciali, come dimostrano i casi del comune di Colico (che ha avviato il passaggio dalla provincia di Lecco a quella di Sondrio) e di Piombino (che rivendica il passaggio dalla provincia di Livorno a quella di Grosseto).
Un’eventuale modificazione territoriale consentirebbe ad Avetrana di uscire dall’attuale isolamento politico e di contare sull’appoggio di comuni come Nardò e Porto Cesareo. La rivendicazione della fascia costiera di Torre Colimena e il cambio di provincia (con il passaggio a Lecce) rappresentano quindi due obiettivi strategici che, per la loro complessità, richiedono una comunità forte e coesa.
Con la crisi dell’edilizia e dell’agricoltura, con la denatalità crescente e con la fuga dei giovani, occorre dire con chiarezza ai cittadini che, senza lo sbocco al mare, Avetrana non potrà scongiurare un declino che appare ormai inarrestabile.
Antonio Dostuni, avvocato
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5 commenti
orate frate
lun 1 settembre 17:58 rispondi a orate fratenon so se ci sia stata flessione del turismo, ma bisogna anche ricordare che alcuni locali di torre Colimena sono stati, varie volte oggetto, di provvedimenti delle forze dell'ordine per problemi igienici e di qualità di alcuni alimenti. Forse questo può essere stato il problema.
Manduriano depresso
lun 1 settembre 17:48 rispondi a Manduriano depressoSecondo me, Avetrana cambiando provincia, passa dalla padella alla brace. Anche perché la "litoranea" per il momento rimarrà nella provincia di Taranto. Poi , quanti Comuni non si affacciano sulla costa? Come dice lei, dovrebbero scomparire? Forse avendo un'ammirazione come quella di Manduria.. è più probabile. Per far muovere l'economia locale, un comune può adottare strategie mirate a promuovere l'economia circolare e la sostenibilità, incentivare l'innovazione e la digitalizzazione, favorire lo sviluppo del turismo, sostenere le imprese locali e la creazione di reti, e migliorare i servizi ai cittadini e l'efficienza della pubblica amministrazione. Cosa che il Sindaco e Assessori viaggiano CONTROCORRENTE Basta vedere l'ambiente, cosa ha combinato e ancora continua a fare DANNI
Giovanni
lun 1 settembre 10:37 rispondi a Giovanni... Proseguendo, aggiungo che in questo periodo l'amministrazione di Avetrana, molto vicina al governo nazionale e ai suoi rappresentanti locali, può usare tali rapporti per stimolare ai massimi livelli politici una possibile iniziativa per intese e accordi di durata stabile e permanente, al di là delle future maggioranze politiche dei due comuni coinvolti.
Giovanni
lun 1 settembre 10:32 rispondi a GiovanniCampanilismo a buon mercato. Se il destino di ogni paese fosse legato allo sbocco a mare vorrebbe dire che oltre la metà dei comuni italiani dovrebbero scomparire. Ma oltre questo c'è di sicuro il fatto che non è scappando di casa che si risolvono i problemi o invocando una autonomia che sarebbe sostituita da altre relazioni e/o dipendenze. Aprire contenziosi su appartenenze e territorialità è cosa da medioevo. Ammesso che un giorno Avetrana fosse assegnata alla provincia di Lecce resterebbe, come oggi ai limiti della stessa e se non vedesse soddisfatti i suoi desideri che fa passa alla richiesta di indipendenza territoriale come isola amministrativa non appartenente ad alcuna provincia? La strada utile è quella dell'intese programmatiche istituzionali per gestire le criticità che sempre insorgono nei territori di limite e non iniziative come di personaggi in cerca d'autore.
Domenico DV
lun 1 settembre 07:54 rispondi a Domenico DVEgregio avvocato, lei parla con molta sicurezza della soluzione dei problemi delle marine " avetranesi" con il SEMPLICE cambio di provincia e l'attribuzione delle stesse al comune di Avetrana. I presupposti da lei citati, solo in parte veri, (specialmente riguardo alla popolazione, soprattutto estiva) non basterebbero a giustificare una simile decisione che implicherebbe accordi, trattative, benefici e qualche rinuncia. Pertanto sarebbe da auspicare una sorta di consorzio tra i due comuni maggiormente interessati che si occupi di gestire e affrontare i problemi veri e comuni, non solo per le zone marine. La provincia di Taranto ha modelli di eccellenza di gestione, il resto e l'illusione che certi cambiamenti siano la panacea di tutti i mali. Le assicuro, infine, che non abbiamo bisogno di ulteriori conflitti (russo-ucraini) ma di proposte e trattative fra onesti e CAPACI.