
Ha lasciato il carcere nei giorni scorsi il 37enne manduriano arrestato lo scorso 23 gennaio con l'accusa di aver aggredito fisicamente la madre e minacciato la propria compagna. Il provvedimento è stato disposto dalla giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Taranto, Rita Romano, a seguito degli esiti di una perizia psichiatrica che ha certificato l’incapacità di intendere e di volere dell’indagato al momento dei fatti.
La difesa dell’uomo, rappresentata dall’avvocato Gianluca Parco, aveva fin da subito evidenziato il possibile stato di alterazione mentale dell’indagato, richiedendo accertamenti approfonditi. A tale richiesta si è unita quella del Pubblico Ministero titolare dell’inchiesta, che ha proposto l’incidente probatorio per chiarire le condizioni psichiatriche e la pericolosità sociale del soggetto.
Il gip ha così affidato l’incarico peritale al dottor Giuseppe Carbotti, il quale ha condotto un’accurata valutazione clinica. Dalla perizia è emerso che l’uomo soffre di una grave patologia psichiatrica che lo induce a credere, tra l’altro, che la madre sia in realtà un’altra persona, un sosia. Alla patologia si associa inoltre un quadro di tossicodipendenza.
Il consulente ha concluso che, al momento dei fatti contestati, il 37enne non era in grado di intendere né di volere. È stata inoltre confermata una condizione di pericolosità sociale, che potrà essere superata soltanto attraverso un periodo prolungato di cure presso una struttura psichiatrica e un percorso di disintossicazione.
Sulla base di queste conclusioni, lo scorso 23 maggio il giudice ha disposto la cessazione della detenzione in carcere e il trasferimento del soggetto in una Crap (Comunità Riabilitativa Assistenziale Psichiatrica), situata nelle vicinanze. Qui l’uomo sarà sottoposto a trattamenti terapeutici specifici, sia di tipo psichiatrico che tossicologico.
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