
Migliorano le condizioni del driver manduriano di 36 anni, N.B., vivo per miracolo dopo l’incidente avvenuto sulla pista di collaudo di Nardò. Il pilota stava collaudando un prototipo della Porsche quando ha perso il controllo del bolide che viaggiava a 350 chilometri orari. L’uomo che ha riportato un trauma al dorso è stato dimesso dall’ospedale Vito Fazzi di Lecce ed è tornato nella sua casa a Manduria dove deve stare a riposo per trenta giorni.
E’ andato a trovarlo un suo ex collega, Marcello Scialpi (nella foto), anche lui manduriano, per esprimergli vicinanza e conforto. «Era molto sofferente per i dolori alla colonna vertebrale, conosco lui e suo padre, persone per bene e gradi lavoratori», racconta Scialpi che su quella pista circolare ha lavorato per vent'anni guidando bolidi di ogni marca e potenza. «Sino al 2018 quando la società mi ha licenziato perché per loro a 48 anni ero troppo vecchio» afferma l'ex driver con tono polemico. «Ho appreso con angoscia dell'incidente del mio amico, l'ennesimo su quella pista, fortunatamente stavolta è andata come è andata e per fortuna ora se ne può parlare perché quando lavoravo io su tali incidenti cadeva il silenzio», rivela l'ex pilota che ha memoria di numerosi casi simili mai venuti a galla.
Per due decenni in quegli ambienti, conosce metro per metro quel cerchio parabolico che quando lo si percorre a grandi velocità sembra un rettilineo. «A mio avviso dice -, bisogna fare ancora più controlli sulle vetture in prova perché non dimentichiamoci che sono sempre e comunque prototipi, non vetture finite, del tutto sconosciute nelle loro reazioni su strada». Per questo vengono sottoposte a velocità e a prestazioni estreme. «E noi driver siamo cavie al volante», si sfoga il manduriano che ricorda altri incidenti rimasti sconosciuti. «Un collega tedesco in pista davanti a me impattò contro il guardrail e la sua Porsche s'incendiò; si salvò ma rimase in sedia a rotelle. Per non parlare ricorda ancora Scialpi -, di vetture che s'incendiavano da sole in corsa o come quella volta che entrai in pista a 250 chilometri orari e mi accorsi che i meccanici avevano dimenticato di serrare le ruote, mi fermai in tempo ed ebbi fortuna», sospira l'ex driver.
In merito all’episodio si è fatta sentire la CGIL di Lecce, secondo cui questi test non andrebbero effettuati da lavoratori di aziende appaltatrici (come avvenuto in questo caso) ma da lavoratori “diretti” di Porsche, inquadrati come piloti collaudatori e non come autisti o meccanici come spesso accadrebbe.
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6 commenti
Sergio
sab 24 maggio 11:03 rispondi a SergioChiedo ,è anche lui complice?Quando era dentro andava tutto bene, adesso buttato fuori fa il pivello .opinione
Gregorio
gio 22 maggio 19:24 rispondi a GregorioSecondo la mia opinione, non c'è nulla da commentare,.. è un lavoro come tutti gli altri, e come tutti gli altri, ci sono dei rischi. Il problema reale è : non sono assunti come dovrebbero. Poi per quanto riguarda l'incidente del pilota, behh, è stato (veramente) fortunato ad non avere avuto conseguenze gravi. Per l'amico Marcello spiace essere disoccupato, non è facile !!!!!
CRICORIU
gio 22 maggio 17:04 rispondi a CRICORIUNon e' raro vederseli sfrecciare a tutta birra sulla "janoa" per lecce... Ed e' una normale strada cittadina... Se questi sono i piloti Dio ce ne scampi... . Riguardo il serraggio dei bulloni... beh mi sa tanto di panzana.. e' come un elettricista che dice al suo discepolo " Giua' la lliata la correnti?" Comunque si spera nella pronta guarigione
Sergio
gio 22 maggio 13:10 rispondi a SergioLa volpe quando non arriva all'uva dice che è acerba. Adesso si sputa nel piatto in cui si è mangiato. OPINIONE
fabio
gio 22 maggio 12:40 rispondi a fabioLa cintura di sicurezza!
Maria
gio 22 maggio 09:47 rispondi a MariaAllora anche gli ospedali dovrebbero assumere autisti in grado di usare al meglio le ambulanze e non dare in mano veicoli che trasportano pazienti a volontari e pensionati.