
Una delle espressioni più celebri nel mondo del calcio è “zona Cesarini”. Molto utilizzata soprattutto in ambito media, e quindi da giornalisti, cronisti e quant’altro, è entrata ormai nell’immaginario collettivo e saltuariamente viene utilizzata anche dai tifosi stessi.
Il significato alle spalle di questa espressione, che perfino il sito dell’Accademia della Crusca riporta tra le espressioni più usate, in realtà è sconosciuto a molti. Dopo essere stato introdotto, nel tempo è riuscito a diventare una sorta di tecnicismo, adoperato comprendendone il significato più superficiale ma senza conoscere la storia che lo circonda.
Ecco quindi il significato e l’origine dell’espressione “zona Cesarini”.
Cos’è la zona Cesarini?
La zona Cesarini indica i minuti conclusivi di una partita, quei pochi istanti precedenti la fine del match, in cui può succedere di tutto e in cui si sono decise parecchie partite.
Si tratta di un’espressione molto utilizzata in ambito calcistico, ma non è esclusiva di questo scenario: viene infatti adoperata anche per molti altri sport che prevedono una scadenza di tempi regolamentari. Nel basket, ad esempio, include i venti/trenta secondi antecedenti alla sirena di fine partita.
Affermare che un giocatore ha segnato il gol vittoria in “zona Cesarini” significa dire che quel giocatore ha segnato poco prima del fischio finale, in un momento clou.
L’origine dell’espressione
La nascita dell’espressione “zona Cesarini” va ricondotta agli anni ‘30, e più in particolare si riferisce al giocatore Renato Cesarini, mezzala della Juventus in forza in quegli anni. Tale Cesarini era particolarmente noto per la sua abilità nel segnare reti (decisive o meno) nei momenti conclusivi di un match, e di frequente anche contro compagini particolarmente forti, come il Grande Torino.
Al tempo non erano previste telecronache in tempo reale, ma soltanto resoconti e analisi delle partite precedenti a mezzo stampa, quindi cartaceo. L’origine ufficiale del termine è da collocare in un match tra nazionali: Italia-Ungheria del 13 Dicembre 1931, partita valida per la Coppa Internazionale. In quella partita Renato Cesarini segnò la rete decisiva per la vittoria azzurra, portando la propria compagine sul 3-2.
Il giornalista Eugenio Danese, la domenica successiva alla vittoria italiana, tornò a parlare di Cesarini utilizzando l’espressione “caso Cesarini”, riferendosi ad un’altra partita: Ambrosiana-Inter contro Roma, finita per 2-1 grazie ad un gol all’89esimo minuto. Ufficialmente si ha ricordo di questo momento come prima volta assoluta in cui viene utilizzata la celebre espressione.
Negli anni successivi, il termine caso è stato sostituito dal termine zona, preso molto probabilmente in prestito dal gioco del bridge, dove “zona” indica il frangente conclusivo di un match.
Altri utilizzi dell’espressione zona Cesarini
Se prima abbiamo accennato circa l’elevato utilizzo dell’espressione nell’ambito sportivo, in realtà va specificato che “zona Cesarini” è adoperato ormai nel linguaggio comune in molteplici altre situazioni.
Si parla di zona Cesarini ogniqualvolta un determinato fatto, decisione, parola viene impiegato o adoperato con successo “all’ultimo minuto”: prendere il treno poco prima della sua partenza, completare un esame universitario poco prima dello scadere del tempo, e casi simili. Un eccellente esempio di linguistica corrente che affonda le proprie radici nel mondo dello sport, e più in generale in un momento storico molto particolare per la storia del giornalismo italiano.
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