Che un domani…

Mimmo Olivieri

La proprietà l’aveva, ma solo perché aveva trovato la tavola apparecchiata. Lui aveva solo dovuto sedersi e mangiare. Però i soldi sarebbero finiti presto se non gli avessero trovato il posto. Un posto qualsiasi a Taranto glielo trovarono, ma lui si perdeva se ci andava da solo. Un cognato fu costretto ad accompagnarlo per due mesi per fargli imparare dov’era il suo lavoro. Intanto su un suolo che aveva diceva che, un domani, avrebbe fatto la casa del figlio che avrebbe accettato di assisterlo da vecchio: non se ne fece nulla. Successe qualcosa in casa, che lui non era in grado di fronteggiare, e dovette vendere il suolo per avere i soldi che gli permettessero di cavarsela. E quel fondo che il suocero gli aveva promesso? Un fratello di sua moglie ebbe problemi, e il suocero lo vendette per aiutare suo figlio, ma che si sarebbe aspettato lui? E dire che aveva detto che, un domani, avrebbe tolto l’uva di colore ed avrebbe messo il Primitivo su quel fondo. Lui non era in grado di programmare il domani. Quello arrivava e lo trovava impreparato.

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