Mastro Meluccio aveva una capacità imprenditoriale fortissima. Riusciva a prendere anche grossi lavori, non la classica villetta al mare, e dovette accettare un socio che era più sfruttatore di lui, se fosse stato possibile. Gli operai li assumeva con la promessa di dare loro l’inquadramento di legge, e agli operai brillavano gli occhi a questa promessa. Intanto passava il tempo, e Mastro Meluccio non ci pensava proprio a inquadrare gli operai. Poi succedeva che qualche operaio avesse la curiosità di sapere quando sarebbe stato inquadrato: pessima idea! Meluccio gli diceva che si dovevano fermare e che, da lunedì, non ci sarebbe stato più lavoro. Ma quando gli operai divennero tanti fu come se fosse stata buttata una scintilla in un fienile. Uno degli operai disse che se la vertenza la facevano tutti insieme avrebbero costretto il maestro a trattare. Meluccio però faceva il duro: pessima idea! Aveva forti proprietà, e gli operai si rivalsero su quelle. Ora Mastro Meluccio è un povero disgraziato che vive di pensione sociale, il “maestro”!
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