
Da quasi nove mesi bersaglio della pandemia e dei suoi effetti sulla popolazione della provincia e non solo, il reparto di malattie infettive dell'ospedale San Giuseppe Moscati di Taranto è anche centro di ricerca i cui lavori stanno aiutando la comunità scientifica internazionale a vincere il virus più temuto e diffuso del momento. L'équipe diretta dall'infettivologo Giovanni Buccoliero, che dall'inizio dell'emergenza ha curato circa 150 pazienti con sintomi gravi e medio gravi da infezione del coronavirus («grazie anche ai colleghi della pneumologia, rianimazione e 118», tiene a precisare il professionista), ha pubblicato due lavori di rilevanza mondiale sulle riviste «Journal of infection» e «Journal medical virology». Il primo ha riguardato lo studio sulle infezioni secondarie dei pazienti positivi al Covid-19 quale causa di complicanze.
La ricerca dei tarantini ha permesso di accertare che la presenza di condizioni di fragilità del paziente attaccato dal virus (allettamento, demenza), disordini metabolici e stato di disidratazione, fa aumentare significativamente il rischio di mortalità. E che la stessa cresce ancora in caso di infezioni secondarie che insorgono maggiormente tra i soggetti con ventilazione invasiva. A settembre scorso questi dati sono stati presentati in collaborazione con malattie infettive dell'Università di Bari durante il congresso internazionale della società europea di microbiologia e malattie infettive. Altro lavoro affidato alla virologia internazionale, sempre firmato dal gruppo diretto del primario Buccoliero, ha messo in luce per la prima volta le lesioni sul pancreas provocate da alcuni farmaci impiegati all'inizio delle cure contro il Covid-19. «Nella prima fase dell'epidemia, colti di sorpresa spiega il primario delle malattie infettive del Moscati -, sono stati utilizzati diversi farmaci anti-Covid19 come l'idrossiclorochina, lopinavir/ritonavir, azitromicina, tocilizumab), che poi si sono rivelati inefficaci o tossici. In riferimento alla possibile tossicità prosegue lo studioso - abbiamo riscontrato nell'8.5% dei pazienti, una pancreatite acuta anche se non si può escludere un danno diretto del virus che si lega ai recettori delle cellule del pancreas o indiretto da iper infiammazione viral sepsis come accade per altri organi bersaglio polmone, rene, cuore». Oggi, come conferma lo stesso Buccoliero, la situazione è diversa grazie a terapie più efficaci. «L'antivirale utilizzato spiega ancora il primario tarantino -, è il Remdesivir autorizzato con questa indicazione e distribuito per singolo paziente che risponde ai requisiti stabiliti dall'Agenzia italiana del farmaco. Terapia di supporto è l'ossigenoterapia aggiunge - per quei pazienti che hanno una bassa saturazione di ossigeno; in alcuni casi più gravi si rende necessario l'uso di ventilatori meccanici».
Sulla situazione attuale che vede la provincia di Taranto particolarmente bersagliata dal virus, il direttore Buccoliero non nasconde il pericolo ma evita allarmismi. «Il virus circola e anche velocemente afferma l'esperto -, ma abbiamo la possibilità di una diagnosi rapida e, per i soggetti sintomatici che sono solo un terzo del totale, cure più efficaci rispetto al recente passato; la prevenzione comunque rimane la cura migliore conclude Buccoliero - e quindi la raccomandazione di attenersi alle raccomandazioni sull'uso delle mascherine, l'igiene delle mani ed evitare assembramenti e, mai come adesso, il vaccino anti influenzale, mai come quest'anno necessario per evitare pericolose sovrapposizioni».
N.Din
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1 commento
Pino Malagnino
dom 25 ottobre 2020 07:35 rispondi a Pino MalagninoTutto molto apprezzabile. Il dottor Buccoliero Giovanni Battista è, da sempre, un valente medico ed un eccellente studioso. Una precisazione, per il giornale: non è manduriano, ma savese.