Martedì, 21 Maggio 2024

Salento Puglia e mondo

La reazione rabbiosa del sindaco

Il Comune di Bari verso lo scioglimento per mafia, De Caro: “atto di guerra”

Antonio De Caro Antonio De Caro

Alla vigilia delle elezioni comunali, il ministero dell’Interno Matteo Piantedosi ha nominato la commissione di accesso finalizzata alla verifica dell’ipotesi di scioglimento del Consiglio comunale di Bari per infiltrazioni mafiose. La scelta del Viminale segue un incontro con esponenti pugliesi della maggioranza di governo, compreso il viceministro barese Marcello Gemmato, dopo l’inchiesta dell’antimafia barese che ipotizza u'n’influenza del clan Parisi-Palermiti sulla scorsa tornata nel 2019, con arresti eccellenti compresa una consigliera eletta con il centrodestra, e ritiene di aver accertato un’influenza della mafia nella municipalizzata dei trasporti, ora in amministrazione giudiziaria.

Ma allo stesso tempo il procuratore capo Roberto Rossi aveva spiegato che si trattava di un caso isolato sottolineando che “l’amministrazione comunale in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”.

La reazione rabbiosa del sindaco De Caro

Oggi è stato firmato un atto di guerra nei confronti della città di Bari. Il ministro Piantedosi mi ha comunicato telefonicamente che è stata nominata la commissione di accesso finalizzata a verificare una ipotesi di scioglimento del Comune.

L’atto - come un meccanismo a orologeria - segue la richiesta di un gruppo di parlamentari di centrodestra pugliese, tra i quali due viceministri del Governo e si riferisce all’indagine per voto di scambio in cui sono stati arrestati tra gli altri l’avv. Giacomo Olivieri e la moglie, consigliera comunale eletta proprio nelle file di centrodestra.

Incuranti delle parole del Procuratore distrettuale antimafia che in conferenza stampa ha detto testualmente: "l'amministrazione comunale di Bari in questi anni ha saputo rispondere alla criminalità organizzata”, gli stessi soggetti che nel 2019 hanno portato in Consiglio Comunale due consiglieri arrestati per voto di scambio, ora spingono per lo scioglimento di un grande capoluogo di regione, evento mai successo in Italia, nemmeno ai tempi dell’inchiesta su Mafia Capitale. È un atto gravissimo, che mira a sabotare il corso regolare della vita democratica della città di Bari, proprio (guarda caso) alla vigilia delle elezioni. Elezioni che il centrodestra a Bari perde da vent’anni consecutivamente. Per le quali stenta a trovare un candidato e che stavolta vuole vincere truccando la partita.

È giusto che si sappia che negli scorsi giorni mi è stato richiesto di raccogliere tutte le attività svolte dal Comune di Bari contro la criminalità organizzata.

Bene, è stato consegnato al Prefetto alle 12.00 di ieri, un voluminoso dossier, composto da 23 fascicoli e migliaia di pagine, contenente le attività svolte dal Comune contro la criminalità organizzata in questi anni.

È evidente, vista la rapidità con cui è giunta la notizia della nomina della Commissione, che nessuno si è curato di leggere quelle carte. Ha avuto dunque più valore la pressione politica del centrodestra barese che fatti, denunce, documenti, testimonianze. Si tratta di una vicenda vergognosa e gravissima, che va contro la città, contro i cittadini perbene, contro il sindaco. A questa aggressione io mi opporrò con tutto me stesso, come mi sono opposto ai mafiosi di questa città. Fosse l’ultimo atto della mia esperienza politica. Non starò zitto. Non assisterò in silenzio a questa operazione di inversione della verità e di distruzione della reputazione di una amministrazione sana e di una intera città.

P.S.: se gli uffici del Ministero non hanno ritenuto di leggere le carte che ho consegnato, le farò leggere ai cittadini. E come ho sempre fatto, lascerò che siano loro a giudicare.

Antonio De Caro

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