In un fine settimana qualunque (come al solito) e che non offre nulla di positivo, voglio provare a fare una riflessione. Il modo migliore per accettare una determinata condizione che la vita ti mette davanti è quello di affrontarla sempre con il sorriso e senza mai scoraggiarsi troppo, è vero. Ma ci sono periodi, momenti e giornate in cui si fa enorme fatica a vedere il cosiddetto bicchiere mezzo pieno.
Dall’esterno è assai facile giudicare, senza conoscere realmente ciò che si prova quotidianamente. Sembra che quelli come noi, non abbiano alcun diritto di poter essere giù di morale, di potersi anche arrabbiare o addirittura lamentare. E perché? Perché dobbiamo saper portare con stile la nostra croce. Senza avere reazioni scomposte. Dico bene? Pare essere diventato un delitto quello di mostrarsi fragili. Invece, no. Non è così. Io, rivendico pienamente il mio diritto di lamentarmi. Perché, non ha nulla a che vedere con la mia condizione, con cui convivo da anni, serenamente. Io, ho il diritto di lamentarmi. Soprattutto, nel vedere una società assente ed i rapporti umani che non hanno più quel valore che avevano in passato. Le cose importanti sembrano essere scivolate tristemente in secondo piano. In giro, si nota nell’approcciarsi l’uno con l’altro una freddezza umana che non scalda i cuori e che sta diventando sempre di più spaventosamente inquietante. E ti lascia quell’amaro in bocca, che è complicato da mandare giù. E tu, ti chiedi: dove stiamo andando e cosa siamo diventati? Si va sempre più in fretta, senza rendersi conto che il tempo scorre. E ciò che perdi, non lo recuperi facilmente. Anzi… quando ti scappa dalle mani, senti sgretolarsi pian piano quelle che erano delle certezze. E non è facile riconoscersi in un mondo di questo tipo.
Io non inseguo nessuno, anche perché scappano via velocemente e con la mia sedia a rotelle non riuscirei comunque a raggiungerli. Battuta a parte, credo che non sia un peccato mortale, quello di andare alla ricerca di un po' di umanità collettiva.
Mentre Tutto Scorre… sento lamentele di ogni genere anche abbastanza insignificanti e con tutto quello che vivo e che affronto giorno per giorno, se non posso lamentarmi io chi altro avrebbe il diritto di farlo?
Claudio Rimoli
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