Con la giornata odierna si aprono i giorni santi più intensi da un punto di vista liturgico e devozionale. Questa mattina, infatti, nella chiesa "San Giovanni Paolo II”, presso il santuario di san Cosimo alla Macchia, durante la messa crismale, il Vescovo benedirà gli oli santi da usarsi in tutte le parrocchie della diocesi durante i sacramenti dell'unzione degli Infermi, del Battesimo e della Cresima.
Nel pomeriggio in tutte le chiese si celebrerà la messa in coena Domini durante la quale si fa memoria in maniera particolare dell'ultima cena di Gesù, dell'istituzione del sacerdozio e si rievoca il gesto della lavanda dei piedi. Questa messa, come ricorderanno bene i nostri nonni, è la cosiddetta "messa spunnata". Tale aggettivo non indica soltanto la durata della messa stessa che, per i tanti riti, sembrerebbe non finire più, ma anche e soprattutto precisa che questa celebrazione non ha una vera e propria conclusione.
La processione finale, durante la quale si conserva il Santissimo Sacramento nell'altare della reposizione, non pone un termine alla funzione, ma la lascia sospesa. Essa, infatti, crea liturgicamente un tutt'uno con l'azione liturgica di venerdì santo e con la solenne veglia pasquale di sabato santo. In questo modo, già la sapienza dei padri, mette in risalto l'unicità e l'unità del mistero pasquale di Gesù: passione, morte e risurrezione!
Il tradizionale "giro ai sepolcri" altro non è che un'adorazione eucaristica itinerante: i fedeli visitano le chiese della città (di solito sette chiese o almeno un numero dispari) non per omaggiare un defunto, ma per adorare Gesù presente nell'Eucaristia che, in questo giorno viene custodita in un altare della riposizione solennemente addobbato. Questo il senso della visita; questo il vero nome dei "sepolcri".
Joannes Del Sorriso
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