Le foto

MANDURIA - Una lettera contenente minacce e due petardi è stata recapitata ieri al sindaco di Manduria, Roberto Massafra. «Questa è per casa tua a Campomarino, questa è per te». E poi, sul retro del foglio: «Altrochè depuratore». All’interno, spillati e avvolti nel cellophane, due piccoli petardi a sigaretta di libera vendita. La busta, con l’intestazione e l’effige dei «Lions Club di Manduria», era regolarmente affrancata ed è arrivata al protocollo dell’ente venerdì scorso 31 marzo, spedita quindi uno o due giorni prima. Nell’indirizzo, scritto a penna, si leggeva «Riservata, Gent. Sig Sindaco del comune di Manduria» con il codice di avviamento postale, però, 74020, di Avetrana. La parte del mittente indicava i sindaci di Avetrana e di Sava. Una missiva inquietante, seppure di fattura molto approssimativa. Ad aprirla ieri mattina è stato il vicesindaco, Gianluigi De Donno, che l’ha trovata sulla scrivania del sindaco che non era ancora arrivato in municipio. A portargliela era stata la segretaria del sindaco, Santina Di Stratis, che non l’aveva aperta perché era appunto «riservata».
Capita l’importanza e la gravità del messaggio, il numero due della giunta ha immediatamente telefonato alla polizia anticipando una sua visita e comunicando il motivo della stessa. Prima di recarsi in commissariato, però, ha diffuso attraverso Facebook, sul suo profilo personale, la cattiva notizia collegandola subito con l’argomento che tiene caldo il dibattito politicoe le piazze in queste ultime ore. «Qualcuno – scrive De Donno che di professione è avvocato -, pensa che il consiglio comunale del 7 aprile si debba tenere comunque, per consentire un confronto democratico sul problema del depuratore con la popolazione. Ho già detto ai miei colleghi – aggiunge - che non ci sarebbero state le condizioni per un confronto sereno considerato il clima che si è instaurato in città». Poi la notizia di cronaca. «La lettera con due petardi indirizzata al sindaco, accompagnata da frasi minacciose relative al depuratore, mi sembra la migliore conferma che il consiglio non s’ha da fare. Qualcuno crede ancora che non ci siano problemi di ordine pubblico?», ha concluso il vicesindaco prima di recarsi in commissariato dove ha portato la busta con il suo contenuto che è stata sequestrata.
Nel frattempo in comune è arrivato il sindaco Massafra il quale era stato già avvertito dal suo vice. Per niente scosso, il primo cittadino ha organizzato un’improvvisata conferenza stampa nel corso della quale, pur non sottovalutando la gravità del fatto, ha subito attribuito a qualche «scriteriato» la paternità del messaggio. E’ certa, invece, per il sindaco Massafra, la genesi del gesto attribuita alle accese polemiche nate attorno alla vicenda del depuratore e alla piega, spesso dai toni violenti, che sta prendendo il dibattito soprattutto attraverso la rete.
La minaccia con i petardi ricevuta ieri, parte da una serie di episodi collegati tra loro che hanno visto il sindaco al centro di un accesissima botta e risposta sui social tra oppositori del depuratore consortile sul confine con la zona residenziale di Avetrana, «Urmo Belsito» e sostenitori del progetto. Tra questi proprio il sindaco Massafra, la sua maggioranza e la Regione Puglia. La prima forte contestazione pubblica nei suoi confronti si è avuta durante la grande manifestazione del 31 marzo ad Avetrana, contro il depuratore e lo scarico a mare, ignorata dal sindaco di Manduria che non ha voluto partecipare a differenza di tutti gli altri suoi colleghi dei comuni vicini. Sempre quel giorno, il primo cittadino è stato oggetto di critiche per il suo rifiuto agli ambientalisti manduriani dell’uso della piazza il giorno in cui si sarebbe dovuto tenere il consiglio comunale sul depuratore. Una valanga di critiche proveniente anche dalla sua stessa maggioranza politica, lo ha poi convinto, quella stessa sera, a cambiare idea ritirando il divieto. L’altro ieri, infine, un’altra mossa che non è piaciuta a chi stava organizzando la manifestazione del 7 aprile: «Il consiglio non si farà più in quella data», ha annunciato Massafra tirandosi addosso le ire degli ambientalisti che hanno interpretato la decisione come una sua tattica per sgonfiare la protesta in atto. Ieri, per concludere, la mossa che ha azzerato ogni cosa con il recapito della lettera e i petardi che non preannuncia niente di buono.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.