Prima di esprimere pareri “a caldo”, salvo brevi commenti, era opportuno studiare il copioso carteggio inerente il Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale del progetto di ampliamento delle volumetrie mediante sopralzo del lotto esistente della discarica di servizio e soccorso di proprietà della Manduriambiente SpA.
Cercando di non entrare troppo nel tecnico, tale provvedimento autorizzativo sembra contenere profili di dubbia legittimità, sia procedimentale che di merito.
Non vi è chi non veda che, al di là di questioni più meramente tecniche di “agibilità” e di “espropri di particelle” – che avranno peraltro sicuramente una futura rilevanza giuridica – la questione, del tutto giuridico/interpretativa e valutata a favore del progetto, è relativa all’ampliamento per sopraelevazione di una discarica che hanno ritenuto non possa configurarsi ex lege quale nuovo lotto, attesa l’impossibilità di attuazione dei requisiti tecnici previsti dal D. Lgs. 36/2003 e successive modifiche ed in particolare dei requisiti di stabilità ivi fissati.
Sicché l’ufficio della Sezione Ciclo Rifiuti e Bonifiche ha valutato che l’intervento in oggetto relativo all’ampliamento tramite sopralzo della discarica, ai soli fini dell’applicazione o meno dei criteri localizzativi di cui alla pianificazione vigente, non possa inquadrarsi né come “Impianto nuovo”, né come “Modifica di un impianto esistente, ritenendo di conseguenza non trovare applicazione i criteri localizzativi che avrebbero ostato all’emissione dell’autorizzazione.
Quindi è valsa più un’interpretazione giuridico/amministrativa che i pareri negativi rilasciati da Arpa Puglia e Asl Taranto i quali ritenevano invece che la proposta progettuale di ampliamento della discarica mediante nuovo lotto in sopralzo, non rispondesse alle finalità riportate nell'art. 1 del D.Lgs. 121/2020 e non consentisse di avere le garanzie di protezione ambientale in termini di stabilità complessiva dell'intero corpo di discarica e pregiudizio per le matrici ambientali, in un territorio già caratterizzato da criticità preesistenti.
Ed infatti, nessuno dovrebbe dimenticare – ma ciò è stato ahinoi fatto – le terribili criticità ambientali presenti sul territorio di Manduria e di cui, ad oggi, non è stata accertata la fonte e che riguardano le molestie olfattive che ammorbano il territorio sistematicamente e che sono state segnalate in più riprese agli organi regionali preposti al controllo ed oggetto di denunce alla Procura della Repubblica; nonché le periodiche rilevazioni di inquinamento della falda riscontrate nei pozzi spia che hanno portato all’emissione di due Ordinanze Sindacali di interdizione di emungimento delle acque dei pozzi per un raggio di un chilometro e mezzo dal sito della discarica di Manduriambiente nel 2021 e nel 2023.
Occorrerebbe poi non dimenticare che l’ultimo Piano Regionale dei Rifiuti, emanato dalla Regione Puglia, prevedeva sul territorio di Manduria la dismissione del sito di smaltimento di Manduriambiente, per esaurimento della volumetria autorizzata!
Ora ci si chiede cosa fare! Sicuramente l’Amministrazione dovrà impugnare nelle sedi giudiziarie competenti tale provvedimento autorizzativo. Ma non basta. A questo punto il Sindaco Pecoraro dovrebbe passare dalle parole ai fatti, assumendosi l’onere di emettere un’ordinanza di chiusura del sito proprio in quanto primo responsabile della salute pubblica, forte proprio delle criticità esposte dall’Arpa Puglia e dall’Asl Taranto, nonché le questioni in ordine alla non conformità urbanistica essendo il sito carente di agibilità e, pertanto, procedibile un provvedimento di chiusura dell’attività stessa.
In difetto, il Sindaco allora avrebbe effettuato solo un’opposizione di facciata, non ottemperando concretamente con quanto in suo potere.
Perché noi i cattivi odori e la cattiva gestione dell’amministrazione Pecoraro continuiamo a sentirli, continuamente, in pochi sinora preoccupandosi di risolvere per davvero – e non solo con proclami – questi problemi che uccidono l’ambiente, la nostra economia e tutti noi che qui ci viviamo.
Domenico Sammarco, consigliere comunale Pd
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6 commenti
Davide
lun 12 febbraio 09:14 rispondi a DavideChiamate striscia la notiza..e poi il sindaco non aveva anticipato che in caso avrebbe fatto ricorso? Beh..che si aspetta? Qui stiamo nella più totale merda sindacoooo! Svegliaaaaaaa
Giuseppe Torrano
sab 10 febbraio 15:05 rispondi a Giuseppe TorranoChe amarezza!!!! Nessuno fa più politica x passione il sindaco pensa solo alla propria poltrona come del resto fanno tutti!!!!! Alziamo la testa e riprendiamoci Manduria!!!
Tonino
gio 8 febbraio 12:02 rispondi a ToninoPurtroppo mi fa pensare che mangiano allo stesso piatto Altrimenti🤑🤑😎😎😎
Pietro
dom 4 febbraio 16:15 rispondi a PietroÈ da tempo che diciamo e speriamo che il Sindaco Pecoraro adotti l'ordinanza di chiusura della discarica, perché ci sono le motivazioni, ma finora gli è mancato il coraggio, purtroppo, e perciò Emiliano e compagni la fanno da padroni su Manduria. Spero che tutto il Consiglio Comunale faccia le barricate contro questo ingiusto e arrogante decreto regionale. Quando vogliono Verdi, Ambientalisti, Associazioni agricole, igienisti e tanti altri, fanno tanto rumore per molto meno. Ci piacerebbe vederli impegnati anche per la salute dei manduriani! Ma in primis a difenderci dovrebbe essere il nostro Sindaco. Lo farà?
Enzo
gio 8 febbraio 18:38 rispondi a EnzoSig Pietro, qui non si tratta di coraggio o paura,se c'è una legge o decreto va applicata.Purtroppo ad una certa Età anche le p,,,, si perdono. Ma tutto il contorno cosa dice??? La Poltrona!!
Egidio Pertoso
sab 3 febbraio 15:20 rispondi a Egidio PertosoI "tecnicismi" non aiutano alla questione. Leggi e norme, di emanazione umana e non divina, possono essere controbattute da altre di maniera opposta. Se c'e' la Corte europea per i diritti umani che potrebbe svolgere azione attiva per attribuire agli esseri viventi una salutare sopravvivenza, e' con una partecipazione popolare, ausiliata da esperti di ogni campo - geologi, ambientalisti, naturalisti, antropologi, sociologi, economisti, psicologi, giuristi, urbanisti ed altri ancora, che si fa prevalere l' esistere umano su una perniciosa discarica di materiali inerti prodotti, in inizio, da pochi che ne hanno tratto vantaggi e non incombenze per il loro smaltimento.