Venerdì, 22 Novembre 2024

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Nella marina di Torre Colimena

La spiaggetta segreta di Forunata

La spiaggia del falco La spiaggia del falco

C’è un posto dove il tempo e la natura si sono fermati. E’ la spiaggia che sta oltre il porticciolo di Torre Colimena.

Un angolo dove la presenza dell’uomo è accettata solo da chi sappia rispettare ciò che la Natura ha dipinto con pennellate di acquarello.

Io l’ho ribattezzata “la spiaggia del falco” perché, nelle mie lunghe passeggiate invernali, la mia unica compagnia è un falco, forse una poiana o un gheppio. 

Lui con i suoi volteggi in cielo, io con i miei passi sulla terra.

Ma come il falco, solitario rapace, anche chi ami quell’angolo di mondo, apprezza la solitudine. 

Il silenzio interrotto solo dalla risacca del mare. Lontano dal vociare delle spiagge affollate, dagli schiamazzi, dai fastidiosi suoni di cellulari. Lì non arriva nemmeno il rumore del traffico… 

E’ la spiaggia del non giudizio e del non pregiudizio perché ognuno si ritaglia uno spazio, lontano dagli altri, e nessuno giudica se “la signora sta in topless” o lui non abbia il costume “ultimo grido”.

Gli unici che non vengono accettati, sono chi non abbia rispetto per quell’ambiente e, proprio come falchi, “puntiamo” chi si senta in diritto di lanciare il mozzicone della sigaretta sulla sabbia o sugli scogli, chi vada via lasciando i suoi “rifiuti”, anche se non sempre sia possibile individuare questi indesiderati intrusi.

Già dall’anno scorso, qualcuno ha costruito un piccolo rifugio usando il legno portato dal mare. Molti si sono alternati utilizzandolo per ripararsi dal sole, mettendo un telo da mare come copertura. 

Molti lo hanno ricostruito dopo che le intemperie lo hanno abbattuto.

Quest’anno, già da qualche giorno, ho notato una coppia con un cane, un breton. 

Il cane… io e lui siamo oramai amici. Si chiama Pico ed è stato lui ad “abbordarmi” nel modo che hanno i cani di “sceglierti”. Così, qualche giorno fa, lui è uscito dal mare ed è venuto vicino a me, sgrullandosi l’acqua di dosso. Mentre la sua “umana” chiedeva mille scuse, io ridevo e, posso giurarlo, Pico mi ha fatto l’occhiolino soddisfatto e complice. 

Ora, io e lui, amoreggiamo tranquillamente sotto il sole. Lui con i suoi baci umidi, io con il sussurrargli parole dolci all’orecchio…

Questa mattina, arrivando in spiaggia, noto che l’uomo sta costruendo un muro di pietra, accanto al rifugio.

Gli chiedo di poter scattare qualche foto. Mi dice che lo sta facendo per il loro cane e, in effetti, all’interno, la presenza di Pico è segnata dalla ciotola dell’acqua.

Trovo quel gesto bellissimo. Trovo “quel costruire” poetico e quei sassi, messi uno sull’altro, sono tanto “Salento”, come gli antichi abitanti di questa terra che costruivano i loro rifugi, utilizzando le pietre.

Rientra la donna, con Pico. Lei con un sacchetto raccoglie i rifiuti sulla spiaggia, plastica, mozziconi e altro.

Capisco che “la spiaggia del falco” ha trovato chi sappia amarla!!!

Loro saranno sempre ospiti graditi in quest’angolo di mondo! Spero che ritornino

Quest’inverno, io e il mio amico falco, terreno d’occhio il rifugio. Forse nemmeno quel muro di pietra resisterà alle intemperie, alle mareggiate e i sassi ritorneranno a punteggiare la sabbia. Ma so che conserveranno, così come me, il ricordo di Pico e dei due umani.

Fortunata Barilaro 

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1 commento

  • Giuse Dinoi
    lun 2 settembre 15:15 rispondi a Giuse Dinoi

    Molto bello il racconto,un'idea è quella di costruire un trullo con quelle pietre in modo che le intemperie non possano distruggerlo e visto che lo avete battezzato la spiaggia del falco potete mettere una bandiera blu con il simbolo del falco

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