Vincitore di 4 premi Goya, il maggior riconoscimento del cinema spagnolo, è un triller convincente ed interessante. Un uomo distinto inizia a frequentare un bar malfamato in un quartiere periferico della sua città, entrando in contatto con la barista, per la quale perde ben presto la testa, e stringendo amicizia con suo fratello e co-gestore del locale. Parallelamente assiste il padre in fin di vita in ospedale. Questo è l'inizio di una storia di vendetta, cruda e per nulla iperbolizzata. La capacità di questo film risiede nel narrare la storia assumendo vari punti di vista ma senza mai sceglierne spregiudicatamente uno. Benché sia chiaro chi siano i buoni e chi i cattivi, risulta sempre molto difficile immedesimarsi completamente in uno dei personaggi. Ma ciò rende ancor più reale il film. Lo spettatore vive la sensazione di trovarsi affacciato alla finestra di una storia che potrebbe svolgersi davanti ai suoi occhi. La scrittura, la scelta degli attori e la loro recitazione guardano tutti nella stessa direzione. La storia narrata non si svolge con i tipici canoni del film di vendetta hollywoodiano o coreano ma i cattivi mostrano lati umani e condivisibili facendo in modo che lo spettatore viva con distacco le scelte del vendicatore. Per gli attori sono stati scelti volti che non bucano lo schermo, ma al contrario ce li rendono più vicini alla quotidianità, immergendo la storia in un contesto in cui ci si può facilmente ritrovare. La regia è caratterizzata da inquadrature molto lunghe e sempre mosse, dando ancor di più un carattere tangibile alle emozioni vissute dai protagonisti e strizzando l'occhio ad un Nicolas Winding Refn della trilogia del Pusher. La vendetta di un uomo tranquillo è un ottimo thriller che si innesta nel genere alla Gomorra e tiene con il fiato sospeso il pubblico fino all'accensione delle luci in sala, senza ricorrere ad artifici inutili alla blockbuster di Hollywood. Valutazione 4 su 5 Antonio Cofano
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