Oggi iniziamo il nostro viaggio nell’alto Monferrato Astigiano, territorio ricco di storia vitivinicola con un grande potenziale produttivo. Il paesaggio è quello tipico collinare con vigneti che si distendono sui pendii fin oltre l’orizonte. Questa è la terra del barbera, del dolcetto, del moscato e del brachetto; e qui che fonda le sue radici l’Azienda Agricola Alessandro Motta in agro di Castel Rocchero. Una tradizione di famiglia che si trasmette da padre in figlio accomunati dall’amore per il proprio territorio.
Il vino in degustazione e il Moscato d’Asti DOCG 2015, la vendemmia è effettuata manualmente utilizzando cassette di massimo 20kg per stressare i grappoli il meno possibile. Il Moscato d’Asti effettua macerazione sulle bucce per alcune ore nelle presse orizzontali prima di passare alla definitiva pressata. La fermentazione avviene a temperatura controllata quindi permette di non stressare le uve con cambi repentini di temperatura. Alla fermentazione segue la stabilizzazione per poi passare ad una micro filtrazione e successivo imbottigliamento.
Ma entriamo nel vivo della degustazione con la fase di analisi visiva che ci presenta un vino cristallino di colore giallo paglierino, abbastanza consistente. Il perlage presente nel calice è abbastanza fine (bolle non grossolane), abbastanza numerose ed abbastanza persistenti ossia che non svaniscono velocemente.
Al naso si presenta abbastanza intenso (l’impatto aromatico che ha sulle mucose nasali), abbastanza complesso per numero di famiglie aromatiche individuate, di qualità fine. Come accennato le famiglie aromatiche ritrovare sono all’incirca 3; floreale con fiori bianchi di prato, fruttato come ananas, banana ma anche un delicata mela, spezzato con lievi sentori di miele.
Al palato il vino si presenta, per quanto riguarda le morbidezze, amabile (quel dolce che a lungo andare non stanca), abbastanza caldo ed abbastanza morbido, mentre per quanto riguarda le durezze risulta essere fresco ed abbastanza sapido. È un vino di corpo e sostanzialmente equilibrato, abbastanza intenso ed abbastanza persistente per quelli che sono gli aromi percepiti e che lasciano traccia nel cavo orale dopo la deglutizione. È un vino fine, pronto ed abbastanza armonico.
Ed ora entra in ballo un dolce della tradizione alto salentina il Biscotto Cegliese a base di pasta di mandorle e confettura di ciliegie o uva, con fragranza di limone; entrato a far parte dei presidi Slow Food, le materie prime sono prodotte nel territorio comunale di Ceglie Messapica secondo quanto previsto dal disciplinare.
Inutile dire che il nostro Moscato d’Asti ed il Biscotto Cegliese hanno trovato un ottimo feeling con un susseguirsi di aromi e sapori che tra bocca e naso regalano sfumature di miele e frutti canditi con una leggera nota alcolica che lasciano il posto al tostato delle mandorle ingentilito dalla confettura.
Come creare ponti di sapori per avvicinare 2 realtà così lontane ma accomunate dalla voglia di conservare le caratteristiche di un territorio e divulgare per tramandarle.
Vino gentilmente inviato dall’Azienda Agricola Alessandro Motta come campionatura d’assaggio.
Per approfondimenti e curiosità www.marcomassaro.it
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