Sabato, 4 Maggio 2024

Gli articoli

Intervento di Gregory Perrucci e il documento presentato al Consorzio di tutela

Primitivo, le ragioni del No alla Docg unica

L'assemblea dei soci del Consorzio di tutela L'assemblea dei soci del Consorzio di tutela

Ripubblichiamo un articolo apparso ieri sul sito specializzato "Cronachedigusto.it" a firma della giornalista Annaluisa Galeone che affronta la questione "Docg sì Docg no" sul Primitivo di Manduria, dal punto di vista del Comitato di salvaguardia (contrario alla Docg unica proposta dal Consorzio di tutela), presieduto dall'imprenditore manduriano, Gregory Perrucci a cui la giornalista chiede un parere.

Dopo l'articolo vi proponiamo la proposta sulla questione che il Comitato di salvaguardia ha presentato al consiglio d'amministrazione del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria che lo dovrà vagliare e deciderne il merito.

“Giù le mani dalla Docg Manduria”. Rimane aperto il dibattito sulle modifiche più opportune da fare al disciplinare del Primitivo di Manduria. La proposta del Cda del Consorzio che prevedeva la cancellazione dell’attuale Doc con la nascita di una nuova Docg attraverso una modifica della Docg naturale non è piaciuta ai viticoltori e la votazione prevista nell’assemblea convocata per il 23 aprile è stata rinviata. Al progetto si è opposto con forza il Comitato per la Salvaguardia del Primitivo di Manduria fondato da Gregory Perrucci, Michele Schifone, Salvatore Mero e Salvatore Tatullo. “Il comitato – si legge nella nota – è nato con lo scopo di promuovere una serie di incontri per la divulgazione e discussione delle decisioni prese dal Cda e poste all’approvazione dell’Assemblea. Per indicare esperienze, opportunità e suggerimenti per il raggiungimento di una Docg virtuosa e sostenibile per il territorio l’argomento è stato esaminato anche con l’intervento di Mario Fregoni”.

Quali sono le richieste del comitato? Innanzitutto lasciare invariata la doc Primitivo di Manduria, eventualmente apportando alcune modifiche al disciplinare quali ad esempio recupero dei “racemi”, inserimento di un rosato di qualità da primitivo doc, aggiustamenti nel grado alcolico e nell’estratto secco, sistematizzazione aree geografiche nei territori amministrativi di Taranto; avviare il processo di autorizzazione e riconoscimento di una nuova Docg, denominata Manduria Docg, che tragga origine dai medesimi comuni dell’attuale denominazione Primitivo di Manduria doc a condizioni viticole ed enologiche più restrittive da determinarsi, ad esempio, una resa non superiore a 75 quintali di uva per ettaro; disporre l’obbligo di imbottigliamento in zona della Manduria Docg; definizione di una road map di attuazione della Docg attraverso l’implementazione (anche immediata) dei principi cardine adottati volontariamente dai produttori aderenti.

“Se dovesse passare il progetto del Cda, la Doc evolverebbe in Docg così com’è, l’aggiunta di una “g” alla denominazione non basta per accrescere l’appeal – afferma Gregory Perrucci -. Verrebbe meno la Doc di ricaduta e, se per una qualsiasi ragione il vino dovesse essere declassato diventerebbe Igt. Non ci sono sufficienti condizioni restrittive sia in termini di qualità che di quantità senza sottolineare che poi le regole sulla produzione rimarrebbero identiche. Docg è l’acronimo di Denominazione di origine Controllata e Garantita, qual è la garanzia di controllo se il nostro vino potrà essere imbottigliato in un qualunque angolo del mondo?”. In autunno saranno indette le elezioni per il rinnovo delle cariche del Consorzio di Tutela, stay tuned.

Ecco il testo completo del documento presentato al cda del Consorzio di tutela.

Il Comitato per la Salvaguardia del Primitivo di Manduria propone quanto segue.

1)   Lasciare invariata la doc Primitivo di Manduria, eventualmente apportando alcune modifiche al disciplinare quali ad esempio recupero dei “racemi”, inserimento di un rosato di qualità da primitivo doc, aggiustamenti nel grado alcolico e nell’estratto secco, sistematizzazione aree geografiche nei territori amministrativi di Taranto, ecc.

2)   Avviare il processo di autorizzazione e riconoscimento di una nuova DOCG, denominata MANDURIA DOCG, che tragga origine dai medesimi comuni dell’attuale denominazione Primitivo di Manduria doc a condizioni viticole ed enologiche più restrittive da determinarsi; certamente, ad esempio, una resa non superiore a 75 quintali di uva per ha…

3)   Individuare da subito eventuali Uga e/o sottozone da portare ad integrazione sostanziale della costituenda Manduria DOCG. Al limite, si può cominciare la fase sperimentale di cui al punto 5) con tutti i 18 comuni, salvo adottare successivamente le Uga che effettivamente hanno avuto implementazione e rappresentino interessi concreti.

4)   Disporre l’obbligo di imbottigliamento in zona della MANDURIA DOCG

5)   Definizione di una road map di attuazione della docg attraverso l’implementazione (anche immediata) dei principi cardine adottati volontariamente dai produttori aderenti.

L’idea è di “anticipare” la docg con un disciplinare “interno e volontario” che conduca alla produzione di vini qualitativamente superiori per tutta la durata dell’iter autorizzativo. Detti vini sarebbero, nelle more, presentati con l’attuale denominazione (Primitivo di Manduria doc), studiati, osservati, criticati dalla stampa e dalla clientela internazionale, in attesa di potersi emancipare come Manduria DOCG.

6)   Costituzione di una Task Force interna al Consorzio di Tutela per l’attuazione della Road Map, coordinamento e supervisione delle produzioni, assistenza e consulenza.

7)   Costituzione di una Commissione Indipendente per la supervisione e valutazione dell’intero iter produttivo/amministrativo che riferisca al Cda e all’Assemblea dei Soci.

La presente proposta rappresenta una base concreta di discussione e approfondimento che il Comitato intende portare avanti con la più ampia trasparenza e disponibilità.

 

Per il Comitato di salvaguardia del Primitivo di Manduria:  Perrucci Gregorio, Schifone Michele, Mero Salvatore e Tatullo Salvatore.

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