Quando ci si riuniva per vedere la televisione dai vicini di casa. Nella mia famiglia la tv arrivò nel 1970, i miei genitori fecero lo sforzo perché erano stanchi di elemosinare l’ospitalità dai vicini più fortunati per vedere i pochi programmi che la Rai offriva all’epoca. Non tutti i vicini erano ospitali, alcuni mostravano gelosia. Ricordo anche che in caso di lutto in famiglia la televisione non si accendeva. A casa mia dopo la morte di mio padre rimase spenta per cinque anni tanto che si rovinò.
Roberto Epifani
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
1 commento
Vincenzo
gio 22 agosto 14:27 rispondi a VincenzoNostalgia dei tempi passati, quando la magica scatola era privilegio di pochi, delle famiglie più abbienti. Il ricordo indiretto che ho, dell'avvenimento aggregatore che consentiva di riunirci a casa del medico condotto del paese, è riconducibile all' anno 1956. Avevo tre anni, coi miei genitori eravamo andati a casa del dottore, per uno dei primi festival di Sanremo che, per via della tenera età io non vedevo. Era uno spettacolo riservato a pochi eletti, ai grandi. Dopo cena noi piccini eravamo messi a letto, tutti in un unico lettone dalla balia; si ritornava a casa a notte tarda. Di ciò non ho ricordi, perché il sonno, che si era impadronito di tutti noi, non ci abbandonava nel tragitto del ritorno a casa. Bei tempi, bei momenti di aggregazione di cui si avverte la mancanza.