
L’Amministrazione comunale ha il dovere di tutelare il territorio, le imprese e l’immagine della nostra Città. Purtroppo, gli errori commessi nella gestione del bando per le spiagge libere attrezzate stanno producendo nuovi costi economici e reputazionali che ricadranno, ancora una volta, sui cittadini manduriani. Si tratta dell’ennesimo, costoso, fallimentare strafalcione dell’Amministrazione Pecoraro. Vediamo i fatti. Il bando per l’assegnazione alle imprese di porzioni di spiagge da attrezzare con servizi si è caratterizzato per essere particolarmente lacunoso e viziato fin dall’origine. Questo ha comportato inizialmente l’esclusione di sei imprese per ragioni evidentemente ingiustificate ed illegittime. Dopo che una di queste imprese ha presentato e ottenuto la riammissione, l’Amministrazione ha ben pensato di riammettere in autotutela anche le altre quattro imprese escluse ingiustificatamente, ma solo il 10 luglio, quindi a stagione estiva ormai avviata. Che significa tutto questo? Il solito pasticcio che questa Amministrazione combina ogni volta che vuole pretendere di svolgere un compito per la quale non è preparata. Le quattro aziende riammesse in ritardo, infatti, si trovano oggi nella spiacevole situazione di affrettarsi per sfruttare lo scorcio di stagione rimasta e di subire quindi un consistente danno economico e d’immagine. Un danno che chiaramente potrebbe di fatto ricadere sul portafoglio di tutti i cittadini.
Da tempo chiediamo e crediamo che l’azione amministrativa debba essere più trasparente e collaborativa, proprio per evitare – nel rispetto delle norme – scenari come quello descritto. Dalla redazione del bando all’attivazione di un concreto soccorso istruttorio che avrebbe garantito un contraddittorio con le imprese escluse, al fine di chiarire le questioni, poi di fatto risolte in ritardo in autotutela.
Qui si apre un capitolo su una delle più grandi mancanze di questa Amministrazione, la completa assenza di dialogo con chiunque, i semplici cittadini, le associazioni, gli imprenditori, il volontariato, essa sembra infatti impermeabile a qualsivoglia stimolo o consiglio proveniente dall’esterno di quel triste castello d’avorio in cui ha tramutato il Palazzo di Città.
Ma non basta. Serve sollecitare la conclusione dell’iter di approvazione definitiva del Piano delle Coste, che al momento giace moribondo nei cassetti del Commissario ad acta regionale, ignaro – al netto delle bandiere – dei veri problemi e bisogni della cittadinanza.
C’è solo da sperare che si riesca ad arrivare a fine consiliatura salvandoci da ulteriori tragedie, ma senza grande convincimento purtroppo. Certamente sarà un nostro impegno per il futuro, agire per l’approvazione di un Piano innovativo che proceda a mappare concessioni esistenti e aree libere, criteri uniformi di protezione ambientale e linee guida per nuovi investimenti sostenibili.
Il consigliere comunale Domenico Sammarco (Alleanza civica popolare)
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