Škrasciali s. m., inv. al pl., roveto.
Škrasciari - ( mi ) škrasciài – škrasciatudal volg. scratiare, v. tr. e rifl., escoriare, escoriarsi: aciu catutu e m’aciu škrasciatu tuttu, son caduto e mi sono escoriato in più parti.
Škrasciatora – i s. f., graffiatura, escoriazione: s’è fatta na škrasciatora a lla jamma, si è procurata una escoriazione alla gamba.
Škrasciosa denominazione della contrada situata sul versante sinistro della prov. n. 45, che dalla circonvallazione porta alla stazione di Sava. E’ così chiamata per l’evidente presenza di rovi. V. škràsciu.
Škràsciu – škrasci , dal gr. xarakes; v. anche lo sp. escracho = donna bruttissima, s. m., rovo, cespuglio costituito da piante spinose come more e simili, che cresce vicino ai muri di campagna: quannu škrasci e quannu jaddini, a volte va tutto male e a volte fin troppo bene.
Indica anche il nome di un insetto corrispondente ad una varietà di scarabeo, noto per la sua particolare attività di raccoglitore di feci, che mette insieme a mo’ di palla e poi spinge in avanti con le zampe posteriori.
Škràsciu caaddinu, salsapariglia, rovo rampicante dalle foglie lunghe di forma triangolare con lungo picciuolo.
Škràsciu, soprannome della famiglia Sammarco.
Škriddari – škriddài – škriddatu v. tr., strillare, parlare con tono elevato ed acuto, tanto da ferire l’udito dell’ascoltatore: mi šta škriddi li recchi, mi disturbi l’udito.
Škriddu – i s. m., strillo che colpisce l’orecchio di qualcuno.
Škueppu s. m., rottura, frantumazione: rrobba ti škueppu, oggetti di terracotta soggetti a rompersi per la loro fragilità: no ffà’ škueppu, cerca di non rompere niente.
Škuittatu – i agg. m., termine usato nel gergo del muratore per indicare che il concio di tufo non è perfettamente piano come richiesto.
Škumari – škumài – škumatu v. tr., togliere la schiuma che si forma durante la cottura dei ceci e delle fave.
Come v. intr., avere la bava, riferito a cani o cavalli.
Škuma ti mari s. f., avannotti di alici.
Škumazza – i s. f., bava, schiuma.
Škuppari – škuppài – škuppatu v. tr., rompere, oggetto di terracotta o in vetro. Significa anche sotterrare, di cardi per renderli più teneri: aciu škuppati to cardi, ho sotterrato dei cardi.
Come v. intr., morire: škuppòu a nterra, stramazzò al suolo.
Detto: Cinca ni pratica ni škoppa. Chi opera è soggetto a sbagliare.
Škuppatora – i s. f., il sotterrare dei cardi: iti ci faci ncuna škuppatora e puntisci quiddi pummitori, vedi di sotterrare qualche cardo e di zappettare i pomodori ( diG ).
Škuppetta – i s. f., schioppo.
Detto: Ci uè’ tti iti casa netta, mpàriti ti chitarra e di škuppetta. Se vuoi ridurti in povertà dedicati alla musica e alla caccia.
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