Venerdì, 6 Giugno 2025

Attualità

I numeri della radiologia del Marianna Giannuzzi di Manduria

Un primario senza organico, eppure il più produttivo di tutta la Asl

Antonio Modoni Antonio Modoni

Mentre la sanità pubblica arranca tra carenze di personale, liste d’attesa lunghissime e prestazioni a pagamento sempre più frequenti, c’è un medico che, da solo, tiene in piedi un intero reparto. Si tratta del dottor Antonio Modoni, primario della radiologia dell’ospedale Marianna Giannuzzi di Manduria, l’unico specialista in servizio nella struttura messapica, eppure autore di un risultato che lascia sbalorditi: 1.560 risonanze magnetiche eseguite in circa sette mesi, tutte su pazienti esterni.

Numeri che, alla luce dei dati ufficiali del sistema informativo regionale RIS, surclassano quelli dei colleghi degli altri due ospedali della ASL Taranto abilitati alla risonanza esterna: 949 esami eseguiti a Castellaneta (con dieci radiologi in organico) e 651 a Martina Franca (dove i radiologi sono tre). Il confronto è impressionante: un solo medico a Manduria ha effettuato più esami diagnostici avanzati di tredici colleghi messi insieme.

Ma non è solo il numero delle prestazioni a sorprendere: è la situazione lavorativa estrema in cui opera Modoni. Senza alcun medico nel suo staff, gestisce da solo una sofisticata macchina diagnostica, garantendo anche il carico interno dei reparti ospedalieri. Quando è assente, il servizio viene coperto solo per le urgenze da colleghi del Santissima Annunziata di Taranto, e solo con esami di base, escludendo del tutto le risonanze.

L’immagine che emerge è quella di un sistema che, pur disponendo di strumentazioni all’avanguardia, soffre di una grave disorganizzazione e squilibri evidenti nella distribuzione del personale. E mentre un primario, solo contro tutti, regge l’intero servizio con spirito di sacrificio e dedizione fuori dal comune, l’utenza resta penalizzata: come nel caso, reso noto di recente, di un cassintegrato manduriano costretto ad attendere fino a settembre 2026 per una risonanza, da eseguire non nella sua città ma all’ospedale Di Venere di Carbonara, nel barese. L’alternativa? Solo cliniche private, a pagamento.

Il dottor Modoni è, di fatto, il simbolo di una sanità pubblica che sopravvive nonostante tutto, sulle spalle di professionisti instancabili, che ogni giorno dimostrano cosa voglia dire davvero servire il cittadino.

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2 commenti

  • Gregorio
    gio 5 giugno 16:45 rispondi a Gregorio

    Questo significa la bravura del Primario , dove , riesce a organizzare tutto il lavoro extra , Ricordo che il Presidio ospedaliero orientale COPRE una vasta area ( piuttosto isolata) e di conseguenza ha un numero maggiore di richieste.

  • Giuseppe Nobile
    gio 5 giugno 15:23 rispondi a Giuseppe Nobile

    Il primario ha un cuore grande un esempio di coscienziosa capacità al servizio. Grazie dottore per quelli che non lo fanno.

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