Sabato, 26 Aprile 2025

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Gli anni d’oro del teatro e dell’arte a Manduria

Vi racconto la storia del Candeloro

Enzo Caprino Enzo Caprino

Manduria oggi è una città spenta . Come si può altrimenti definire una città senza un teatro? Eppure ne abbiamo avuto uno che  è stato una vera eccellenza: il Cinema Teatro Candeloro.

Vi voglio raccontare la sua storia. Il Cinema-Teatro fu realizzato in Via Cadorna per volere dei fratelli Leonigio, Giuseppe, Pietro, Michele ed Arcangelo Raffaele Candeloro, figli di Francesco. Francesco Candeloro era un operaio appassionato di musica e di arte che nel 1914 decise di aprire un cinema teatro in Via Marchese Imperiali, all'interno della vecchia stalla  del Palazzo Imperiali.  Al locale fu dato il nome di Teatro Paisiello.

I manduriani gradirono e frequentarono numerosi il locale sia prima  del secondo conflitto mondiale sia al termine della guerra. Francesco Candeloro morì nel 1943. I suoi figli decisero allora di costruire una struttura più capiente su di un terreno sito in Via Cadorna , terreno che fino al 1950 era stato uilizzato come Arena Paisiello. Il progetto fu commissionato all'architetto Lonardo Arnò e l'esecuzione dei lavori fu affidata ad una impresa locale molto nota per la bravura, l'impresa di Gaetano Antermite. Da notare che il figlio maggiore di Gaetano, il dottore Costanzo Antermite, mio amico, è oggi una vera  autorità nel campo della critica cinematografica e suoi suoi testi hanno studiato e studiano gli studenti universitari. Il nuovo edificio fu inaugurato il primo marzo del 1952 con il nome di Cinema Teatro Candeloro. Ha funzionato magnificamente per oltre trent'anni. IL 31 dicembre del 1988 ogni attività è cessata e da allora la struttura è rimasta inattiva. Che peccato. Nel 1990-91  io, da sindaco della Città di Manduria, feci il tentativo di acquistarla: ne volevo fare un Cine.Teatro Comunale. Non ci riuscì . Nessun tentativo dopo  ma l'inerzia più totale delle amministrazioni che si sono succedute fino ad oggi.   Inerzia e insensibilità .

Enzo Caprino

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7 commenti

  • Domenico DV
    mer 9 aprile 23:42 rispondi a Domenico DV

    Osservo, purtroppo da manduriano prevalentemente lontano, che non pochi concittadini sono attratti dalla cultura, dalla storia, dalle tradizioni e dall'arte in genere. Quei non pochi rimangono ancora una minoranza che, non sostenuta dalla politica, da privati o generose fondazioni, lascia le propste artistiche e culturali nelle mani dei media dell'etere affannati a cercare più profitti che arricchimento culturale. Eppure un motivo ci sarà se fra gli edifici più presenti nel mondo antico ci sono i teatri che si prestavano, e tuttora offrono, sapienti modalità di intrattenimento per tutti i gusti. Manduria meriterebbe un teatro condiviso (non divisivo) e non solo in vernacolo.

  • Gregorio
    mer 9 aprile 20:11 rispondi a Gregorio

    Onestamente, se il Cine Teatro Candeloro riaprisse.. sarai contento,..ma..riaprirà??? C'è qualche speranza ?? Se è no, perchè l'amministrazione con i soldi del PNRR (fondo europeo ) non ha progettato un CINETEATRO nello spiazzo dell'ex piazza coperta invece di progettare una 💩???????

  • Loredana Ruggieri
    mer 9 aprile 16:15 rispondi a Loredana Ruggieri

    ... (prosegue) Concordo con Lei: c'è bisogno di un centro culturale, ma che pensi al futuro e non al passato, che sia avveniristico e, allo stesso tempo, racchiuda in sé il "genius loci" di Manduria. C'è bisogno di un centro culturale in cui i giovani, in primo luogo, siano spettatori e, al contempo, sperimentatori, performer, in cui e con cui contribuire a costruire identità individuali e identità collettiva.

  • Egidio Pertoso
    mer 9 aprile 15:52 rispondi a Egidio Pertoso

    Notizie già conosciute e risapute che si trovano nel sito del Mic - ministero della cultura - " censimento delle architetture italiane" riportate pari-pari, copiate, nell' intervento che nulla offre ad un dibattito sul motivo per cui a Manduria, come nel gran resto d' Italia, non si vuol fare Cultura, se non quella che puo' solleticare il sedere, tanto per omaggiare il contemporaneo sprofondo dell' umanesimo. Aspettiamo, ora, altri " comedy film festival". Grazie.

  • Loredana Ruggieri
    mer 9 aprile 15:45 rispondi a Loredana Ruggieri

    ... (prosegue) In questo scenario non si può pensare che la società manduriana, e in particolare i suoi giovani, sia rimasta permeabile alla stessa offerta culturale di allora. Se si vuole far giocare un ruolo alla cultura, credo, bisogni disegnare un ambizioso progetto volto a stimolare l'emergere di una comunità vivace, coesa, inclusiva. Per fare ciò bisogna pensare le città prima di tutto per i giovani. Non credo che Manduria si possa "riaccendere" ripristinando il cine-teatro Candeloro (peraltro con tutti i problemi di un'urbanistica stratificata e pensata con altre concezioni), perché essa non è solo "spenta" ma ha anche "perso la sua anima". Per "riaccendere" Manduria c'è bisogno di un "grande sogno", che coinvolga i suoi giovani e ne fertilizzi la mente di uomini liberi, che si fondi su un concetto di cultura amplificato e al passo coi tempi....(Continua)

  • Loredana Ruggieri
    mer 9 aprile 15:08 rispondi a Loredana Ruggieri

    Gentile Professore, i contenitori non fanno i contenuti. Pensare l'oppostoto é stato ed è il più falso dei miti della politica italiana in qualunque dominio, all'industriale al culturale. L'Italia è piena di contenitori che non hanno prodotto e mai lo produrranno alcun valore, né materiale né immateriale, nonostante le ingenti risorse finanziarie pubbliche investite. Per fare contenuti ci vogliono uomini capaci di visioni circa nuove modalità di progettare e vivere collettivamente i luoghi e i contenitori. Ciò è tanto più vero per un ambito come quello della cultura, i cui confini oggi sono dilatati, sfumati per l'imporsi, sempre più pervasivo, delle tecnologie e del tema "Natura", caro alla gran parte dei giovani (Gen X e Z). In questo scenario non si può pensare che la società manduriana sia rimasta uguale ai tempi d'oro del Cine-Teatro Candeloro... (Continua)

  • Gregorio
    mer 9 aprile 09:05 rispondi a Gregorio

    Scusami Gent. Signor Enzo, secondo Lei, c’è una risoluzione a questo problema?

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