
Sono una manduriana doc da 53 anni e ho sempre amato profondamente questo paese, ricco di tradizioni, di forza e di una sua economia semplice ma autentica. Ricordo la mia giovinezza come un tempo sereno: d’estate si lasciavano le porte aperte per far entrare l’aria fresca della sera e del primo mattino. Si cenava in giardino e poi si usciva per una passeggiata tranquilla. Si dormiva con le finestre spalancate, senza paura. Le vacanze si trascorrevano nelle case al mare, tra residenti e turisti che sceglievano San Pietro in Bevagna per la purezza dell’aria e il mare limpido, quasi caraibico.
Manduria era un paese vivo, pieno di attività commerciali, artigiani, gente operosa. I turisti tornavano ogni anno, attratti da un’accoglienza genuina e sincera. Era un paese semplice, eppure straordinario. Eravamo noti per il vino, anche se non ne avevamo piena consapevolezza. Le famiglie vivevano di agricoltura: ognuno aveva un pezzo di terra da coltivare e lo faceva con dignità e passione.
Negli anni '80, ricordo come mia madre, insieme a tante altre donne del paese, scese in piazza per protestare contro la costruzione di una centrale nucleare. Io ero ancora piccola, ma quelle immagini sono vive nella mia mente. Mia madre, donna semplice ma coraggiosa, diceva: “La centrale porterà malattie ai nostri figli. Noi dobbiamo lasciare loro un mondo sano e pulito.” Lottavano non solo per i propri figli, ma anche per le generazioni future. E quella battaglia fu vinta.
Manduria ha vissuto anni rigogliosi, ma da un po’ di tempo tutto è cambiato. La nostra città sembra ormai ostaggio di interessi estranei, svenduta a chi cerca solo potere. Si parla di infiltrazioni mafiose, di politica corrotta, e intanto il tessuto sociale ed economico si sta sgretolando. La sera non si può più uscire come un tempo, si vive con porte e finestre chiuse. E i turisti, poveri illusi, continuano a spendere i loro soldi in un luogo ormai abbandonato.
Il paese non è più curato, né dall’amministrazione né dai cittadini stessi. Ogni tentativo di bellezza o rinascita viene subito rovinato dal vandalismo. L’entusiasmo muore prima ancora di nascere. La gente è sempre più sola, abbandonata non solo dai familiari, ma anche dai vicini. Un tempo si era più pettegoli, sì, ma ci si aiutava come in una grande famiglia. Oggi, dopo il Covid, l’indifferenza è diventata la norma. L’egoismo ha preso il posto della solidarietà.
La cosa che mi addolora di più è vedere quanto poco si lotti per difendere questa terra. Quando c'è da protestare o manifestare per qualcosa di giusto, si contano sulle dita di una mano le persone presenti. Ma quando c’è da ballare o festeggiare, tutti sono in piazza. Mi chiedo: non respirano la stessa aria che respiro io? Non pensano ai propri figli, al futuro che stiamo loro lasciando?
Un paese con l’aria malsana, le saracinesche abbassate, i mestieri artigianali scomparsi. Una città silenziosa, sottomessa a una politica arrogante con i cittadini e servile con chi ha potere. E a noi, che abbiamo creduto in un mondo migliore, resta solo il ricordo di un tempo in cui tutto sembrava possibile.
Oggi mi sento delusa, come se questo paese non mi appartenesse più.
Antonella Stranieri
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4 commenti
Adolfo mastrovito
sab 5 luglio 11:47 rispondi a Adolfo mastrovitoDescrizione della città perfetta è il simbolo della faccia del nostro sindaco sempre felice e sorridente. Rappresenta tutto ciò che è manduria dalla munnezza al geypride a tutte le bellezze del territorio che non sono certamente merito suo ma della natura stessa. Mi dispiace sigra ma dobbiamo ancora sopportare sperando che dopo sarà un pochino migliore di adesso. Io ho perso le speranze visto una sequela di sindaci che si sono succeduti da non so quanti anni a questa parte
Pippo
sab 5 luglio 08:18 rispondi a Pippohttps://www.raiplay.it/video/2025/06/Generazione-Bellezza---Mesagne-la-citta-rinata---Puntata-del-17062025-aab8f665-6c82-4358-a2d0-f9f1033fac87.html
Lorenzo Libertà per la Marina
sab 5 luglio 08:00 rispondi a Lorenzo Libertà per la MarinaSemplicemente è cambiata tutta l' Italia ed è cambiato il mondo. Tuttavia io che amo San Pietro perché ci ho vissuto, non me la sento di dire che gli anni 80' sono stati tra i migliori. Proprio in quegli anni ho visto sparire le dune di sabbia e vedevo costruire case e case sulla sabbia. Ho visto costruire il desalinatore nel meraviglioso fiume Chidro e nessuno ha protestato. Ho visto distruggere gli scogli di Torre Colimena con la costruzione di baracche di legno ma nessuno ha detto una parola. Ho visto chiudere le scuole elementari e l' ufficio postale a San Pietro senza che nessuno abbia fatto manifestazioni . La nostalgia molte volte ti fa vedere soltanto le cose che vogliamo ricordare dimenticando che il declino parte sempre da un atteggiamento o da un tipo di cultura contraria al bello. Opinioni
Gregorio
sab 5 luglio 07:57 rispondi a GregorioParole sagge