
Continua a soffiare vento di tempesta tra i produttori del Primitivo di Manduria. Dopo le inaspettate dimissioni avvenute subito dopo la nomina dei due presidenti, Francesco Delle Grottaglie e Francesco Filograno (in due non hanno retto più di tre mesi), e ancor prima la non ricandidatura dopo un solo mandato del presidente uscente Mauro Di Maggio, a creare scompiglio nel Consorzio di tutela del noto vitigno, è ora il giallo delle proposte per il nuovo disciplinare (lo strumento che detta le caratteristiche certe perché un vino Primitivo si possa definire tale), consegnate al Ministero per l'approvazione.
Dalla discussione fatta tra tutti i produttori, avvenuta agli inizi del 2021, sino al deposito della bozza presso il Ministero alle politiche agricole, qualcosa di molto importante sarebbe stato cambiato: l'obbligo dell'imbottigliamento in zona, chiesto da tutti e approvato dall'assemblea, è sparito dagli atti finali. Quando il 12 dicembre scorso il bollettino ufficiale della Regione Puglia ha pubblicato la proposta di modifica del disciplinare, qualcuno ha notato l'intervento «della manina» ed è cominciata la protesta. Il primo a sollevare pubblicamente il problema è stato il produttore manduriano, Gregory Perrucci che con un post pubblicato su Facebook ha fatto aprire gli occhi ai più ingenui. «La proposta di modifica del disciplinare di produzione del Primitivo di Manduria presentata dal Consorzio di Tutela si legge -, è sostanzialmente diversa da quella presentata a febbraio nel Consiglio di Amministrazione allargato a soci». La denuncia ha fatto il giro delle cantine, la rabbia di molti è salita alle stelle ma il periodo natalizio e il freno pandemico hanno fatto trascorrere i termini entro i quali poter presentare delle osservazioni alla proposta «modificata».
Cosa era accaduto? L'ultima bozza depositata al Ministero e quindi al Burp, è stata approvata dalla recente assemblea dei soci che il 5 e 6 ottobre scorso ha eletto il nuovo organo di governo del Consorzio di tutela. Al primo punto all'ordine del giorno, c'era proprio «la rettifica del documento sinottico del disciplinare agli articoli 4 e 5 della proposta di riconoscimento della Docg Primitivo di Manduria» con l'eliminazione dell'obbligo dell'imbottigliamento nell'areale. Quell'assemblea, tutta impegnata al gioco dei numeri e dei voti per l'assegnazione delle nuove cariche, è stata evidentemente distratta, votando tutto a maggioranza (in pochissimi non hanno votato quel punto). Non erano logicamente impreparati i componenti del Consiglio d'amministrazione uscente (tra i quali gli attuali consiglieri Francesco Filograno, Roberto Erario e Giovanni Dinoi) che hanno gestito la parte conclusiva del vecchio Cda compresa la chiamata al voto dei soci ed anche l'ordine del giorno. Chi si sente tradito non intende però arrendersi. Così sabato mattina una ventina di loro tra piccoli e grandi produttori del Primitivo, quasi tutti soci del Consorzio tra cui i produttori Gregory Perrucci, Gianluca Attanasio, l'impresa Morella, Gianfranco Fino e Dalila Gianfreda, componente quest'ultima del Cda del Consorzio in carica, si sono riuniti in remoto per organizzare un'opposizione. Il gruppo di dissidenti ha deciso di dare battaglia cominciando con la presentazione di osservazioni dalla proposta del disciplinare da inviare, anche se fuori tempo, alla Regione Puglia.
Nazareno Dinoi su Quotidiano di Taranto
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