Si è concluso con la condanna dei due imputati il processo sui disordini avvenuti durante la campagna elettorale della Lega delle passate elezioni regionali in Puglia. In primo grado un tarantino di 32 anni e un grottagliese di 33 appartenenti ai movimenti antagonisti, sono stati condannati a8 mesi di reclusione con la pena sospesa. Tra le vittime di quell’aggressione verbale c’era anche il sindaco di Torricella, Francesco Turco, allora candidato alle regionali per La Lega di Salvini.
I fatti contestati risalgono al settembre 2020 durante la visita e il comizio elettorale a Taranto dell’attuale vicepremier e leader della Lega, Salvini. Al termine della manifestazione si verificarono quattro aggressioni verbali con insulti indirizzati ai sostenitori leghisti. I due imputati difesi rispettivamente dall’avvocato manduriano, Gianluca Parco dal legale Francesco Nevoli di Taranto, erano accusati a vario titolo di rapina aggravata, danneggiamento e molestie.
I fatti. La sera del 6 settembre del 2020, subito dopo il comizio della Lega, due giovani di Castellaneta che avevano preso parte allo stesso appuntamento leghista, transitavano in macchina nei pressi dell’ospedale Santissima Annunziata quando furono importunati da un gruppo di giovani che bloccavano l’auto colpendola con calci mentre uno di loro si infilava con il busto nell’abitacolo impossessandosi di una maglietta con l’immagine di Salvini. Oltre a questo uno del gruppo sferrava un pugno sul volto di uno degli occupanti. Per questi due episodi sarebbero stati riconosciuti solo i due imputati a carico dei quali si è celebrato il processo. Gli investigatori della Digos, coordinati dal pubblico ministero Enrico Bruschi, erano risaliti a loro grazie alle immagini di alcuni filmati e alla collaborazione delle persone offese. Oltre alle altre aggressioni per le quali gli autori rimasero ignoti, il solo 33enne era accusato anche dell’aggressione verbale subita Francesco Turco, all’epoca candidato nelle Lega per un posto nel Consiglio regionale. Il professionista al termine del comizio del leader Salvini stava percorrendo a piedi Via De Cesare quando fu raggiunto da un giovane che lo insultava e cercava di strappargli i volantini elettorali della Lega che aveva con sé.
Esito processuale. All’esito di un lungo processo, il rappresentante della Procura ritenendo la colpevolezza dei due giovani, aveva richiesto la condanna per ognuno degli imputati alla pena di 5 anni e 3 mesi di reclusione. Il Tribunale Collegiale di Taranto, presieduto dal giudice Tiziana Lotito, a latere i giudici Paola D’amico e Anna Lucia Zaurito, dopo le discussioni dei difensori, lo scorso venerdì ha emesso la seguente sentenza: entrambi gli imputati sono stati assolti per non aver commesso il fatto dal più grave reato di rapina aggravata in concorso; entrambi sono stati invece condannati per il solo reato di danneggiamento alla pena di 8 mesi di reclusione cadauno, con concessione del beneficio della sospensione condizionale della pena. È stato dichiarato estinto il reato di molestie contestato al 33enne perché è intervenuta remissione di querela da parte della persona offesa. Il Tribunale si è riservato il deposito della motivazione in 90 giorni.
Fondamentale l’assoluzione per rapina aggravata poiché oltre all’asprezza della pena (da 6 a 20 anni) con l’aggravante contestata (più persone riunite) il reato è “ostativo” ossia comporta l’impossibilità che la pena eventualmente irrogata alla fine dei gradi di giudizio sia scontata con misure alternative alla detenzione (per esempio entro i 4 anni normalmente si può accedere all’affidamento in prova.
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