“Oriel non stava giocando a pallone in strada, si trovava sul ciglio della carreggiata assieme a noi e ai nostri parenti”. Così i genitori di Oriel Skura, il bambino di 8 anni investito e ucciso il giorno di Natale smentiscono al versione della conducente dell’auto secondo cui il ragazzino avrebbe attraversato improvvisamente la strada inseguendo un pallone con cui stava giocando.
La famiglia del bambino, di origini albanesi ma da diversi anni residente e ben integrata in Italia, a Noicattaro, in provincia di Bari, si era recata a Borgo Segezia per festeggiare il Natale assieme ad alcuni parenti. Dopo il pranzo, verso le 15, sarebbero usciti tutti di casa per salutarsi, trattenendosi in parte nel cortile, in parte sul ciglio della strada. Oriel, secondo la versione dei genitori, sarebbe già salito sulla macchina del papà con un pallone tra le mani, ma un cuginetto lo avrebbe chiamato per un ultimo saluto così sarebbe sceso dalla vettura restando sempre ai lati della carreggiata.
«Com’è possibile – si chiedono i genitori - ,che chi lo ha travolto non l’abbia visto né abbia frenato, alle tre del pomeriggio e in punto dove non si dovrebbero superare i 50 chilometri all’ora? Sono disperati e chiedono che si faccia luce su quanto accaduto. Per questo si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avvocato Fabio Ferrara.
Com’è tristemente noto, Oriel, sbalzato a svariati metri di distanza, è stato trasportato in ambulanza in condizioni disperate al Policlinico di Foggia, spirando poco dopo il suo arrivo e gettando nella disperazione i suoi cari: oltre al papà e alla mamma, il bimbo lascia la sorella più piccola di 5 anni, i nonni, tanti parenti e un vuoto immenso anche nei suoi compagni di classe della terza elementare delle scuole di Noicottaro, che frequentava con profitto.
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