Era il 13 giugno e accadde... Tre episodi del passato

Era il 13 giugno e accadde... Tre episodi del passato | © n.c.

Per oggi ho deciso di colmare la mia forzata assenza di questi giorni dal giornale riportando tre notizie che meglio hanno interessato la giornata del 13 giugno nel corso della storia giornalistica manduriana. Buona lettura!

Rissa tra caprai e carabinieri, un manduriano in arresto

Nel passato, la giornata manduriana del 13 giugno fu caratterizzata dalla presenza di un articolo apparso sulla «Gazzetta di Puglia» il 1925, che informava i lettori dell’arresto di due caprai da parte delle forze dell’ordine nella periferia di Taranto. «L’altra sera – esordiva l’articolo – il brigadiere dei carabinieri, di servizio con altro milite in contrada “Solito” (quartiere a est di Taranto, ndr)» notò un uomo che «al loro apparire si allontanò sollecitamente verso la campagna». I due militari, insospettiti dall’atteggiamento losco dell’individuo, lo raggiunsero per fermarlo ed interrogarlo. I gendarmi furono però accolti da un gruppo di uomini che «in atteggiamento poco rassicurante» tentarono di opporsi all’intenzione da parte dei carabinieri di trarre in arresto lo sconosciuto. Da quel che s’intendeva dalle parole del giornalista, l’incontro evidentemente degenerò in una rissa, dove il tentativo da parte della losca combriccola di far valere le proprie ragioni «fallì grazie all’energia dei militi della Benemerita». Dell’intera banda, fu dichiarato in arresto il cognato del «fermato» che, insieme ad esso, fu «tradotto» alla caserma tarantina. «Quivi – si leggeva – colui che aveva tentato di fuggire venne indentificato pel capraio S.L. da Manduria», il quale fu arrestato «perché colpito da mandato di cattura». Il coraggioso cognato del manduriano dovette invece «rispondere di oltraggio ai reali carabinieri» per aver preso parte alla lite e per aver intralciato l’azione delle forze dell’ordine.

Quando i commercianti non rispettano gli standard

Come ben sappiamo, ogni locale commerciale deve rispettare dei precisi protocolli, tra i più importanti quello relativo all’igiene. Non è ciò che fece il gestore di un’osteria nel centro storico manduriano il 13 giugno 1965, che fu costretto a disporre «la chiusura a tempo indeterminato» della sua attività. Secondo quanto scritto dall’autore dell’articolo pubblicato dalla «Gazzetta del Mezzogiorno» 51 anni fa, la trattoria in questione si trovava in via Del Fossato 11. A proposito di regole non seguite, il nostro giornalista ci avvisava della sospensione della licenza per tre giorni al titolare di un bar in piazza Vittorio Emanuele «perché aveva aperto il locale prima dell’ora stabilita».

Quattordici mine nelle campagne manduriane, l'incredibile scoperta

Sfogliando una copia della «Gazzetta del Mezzogiorno» del 13 giugno 1975, ho letto una notizia riguardante Manduria che ha dell’incredibile! L’articolo parlava di una polveriera abbandonata nelle campagne manduriane, con al suo interno ben 14 mine innescate con detonatore! La struttura, scoperta dai carabinieri in contrada «Meschinella», fu abbandonata da una ditta di costruzioni, la quale avrebbe dovuto utilizzare gli esplosivi «per la messa in opera dei tubi della nuova rete idrica». Le bombe, che si trovavano vicino ad una strada di campagna, erano «pronte all’uso» e sarebbero potute esplodere da un momento all’altro «anche perché – faceva sapere il giornalista – poco distante vengono bruciati i rifiuti», causando così gravi danni alle persone e all’ambiente circostante. Le mine, scoperte da un ingegnere che rilevava i lavori della vecchia azienda appaltatrice, furono rimosse dagli artificieri.

Antonio Dinoi

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