Quando sindaco e assessori erano generosi | © n.c.Durante il periodo della Grande Guerra, le famiglie dei militari ricevevano un particolare sussidio da parte dello stato che serviva loro a sopravvivere senza lo stipendio del «richiamato alle armi». Il più delle volte questi fondi, prima di raggiungere le famiglie bisognose, subivano un lungo e travagliato iter burocratico. Ci furono però alcuni enti comunali che semplificavano il trasferimento del denaro. Tra questi ci fu Manduria. Come apparve chiaro in un articolo apparso sul vecchio “Corriere delle Puglie” il 2 luglio 1916 (esattamente un secolo fa!), fu «davvero significativo di lode» il lavoro svolto da«l’ufficio del comune di Manduria addetto alla distribuzione dei sussidi governativi» a tali famiglie. L’ufficio, condotto dall’impiegato Cesare Sbavaglia, nonostante «le molte pratiche amministrative diano un lavoro enorme e faticoso, funzionava mirabilmente».
Oltre all’ottimo lavoro svolto dal dipendente comunale, l’articolo metteva in evidenza l’ammirevole gesto dell’allora sindaco di Manduria Ignazio Scalinci e di due assessori, tali Parlatano e Magliola di cui non vengono indicati i nomi, i quali «compiendo atto degno d’encomio e di riconoscenza, anticipano essi il danaro occorrente a pagare le famiglie dei richiamati», costrette ad attendere i fondi necessari che «ritardano ad essere spediti dal distretto militare». È questa la Manduria che mi piace ricordare, una Manduria con amministratori più coesi e generosi!
Antonio Dinoi
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