Torniamo in Basilicata dove, come già accennavo in precedenza, ?Aglianico la fa da padrona. Ed anche in questa occasione ho avuto modo di degustare un degno rappresentante della cultura enoica lucana per mano dell’azienda agricola Cantine del Notaio, cantina che alle spalle ha una storia di passione per la viticoltura ed una storia di famiglia che tramanda di generazione in generazione l’amore e la tecnica, questa è la famiglia Giuratrabocchetti.
Su queste fondamenta salde che nel 1998 nasce l’azienda Cantine del Notaio per mano di Gerardo Giuratrabocchetti, laureato in Scienze Agrarie, che con la moglie Marcella, accettano la sfida di valorizzare l’Aglianico del Vulture coltivato nelle proprie vigne, unendo tradizione, innovazione, storia e cultura del territorio.
Ho voluto riprendere un passaggio interessante della storia delle Cantine del Notaio riportata nel loro sito che dice: “Con il Professor Luigi Moio, ordinario di Enologia presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, si approfondisce la ricerca sulle potenzialità enologiche di questo vitigno, il più importante del Sud Italia, austero e generoso al tempo stesso e capace di regalare vini dalla straordinaria personalità”.
Oggi in degustazione abbiamo Il Preliminare 2017 Basilicata IGT 13,5% vol., che richiama nel nome una delle classiche attività notarili ricorrenti anche nelle altre etichette a rafforzare così ?identità aziendale Cantine del Notaio.
Questo vino è un blend (assemblato) di ben 4 vitigni differenti dove però ?Aglianico gioca un ruolo importante anche perché segue la vinificazione in bianco. ?Aglianico è il vitigno per antonomasia delle zone del Vulture dove trova nelle terre vulcaniche il suo habitat prendendo dal terreno tutte le proprietà minerali. La presenza in profondità di tufo vulcanico fa sì che la vite possa attingere all’acqua in esso contenuta anche nei periodi più secchi. In queste zone insistono, come riferisce la cantina, vigneti vecchi anche 100 anni.
Come già accennato Il Preliminare è un blend di Aglianico del Vulture vinificato in bianco, Malvasia, Moscato e Chardonnay. La vendemmia avviene manualmente tra agosto e settembre, i grappoli vengono adagiati in cassette per non rovinarli. Dopo la pigiadiraspatura il mosto vino fermerà in fermentini di acciaio inox a temperatura controllata per poi seguire un periodo di 2 mesi di affinamento in bottiglia prima della messa in commercio.
?esame visivo ci rivela un vino cristallino dai bei riflessi giallo paglierino con una discreta consistenza nel bicchiere.
Al naso si presenta intenso nella forza aromatica che sale dal calice ed andare ad avvolgere le mucose nasali, complesso per il numero di famiglie aromatiche individuate, di qualità fine.
Il floreale avvertito ricorda i fiori di campo ma anche la mimosa; il fruttato invece richiama sentori di ananas, pesca, un leggero aroma di banana, pompelmo ed il litchi. Si può individuare anche una certa mineralitá data dai terreni dove gli impianti sussistono.
Al palato, analisi gusto/olfattiva, risulta essere secco, abbastanza caldo ed abbastanza morbido, tutto cambia nella disamina delle durezze dove è quasi scontato ritrovare un vino fresco e sapido che contribuisce ad un aumento di salivazione. È un vino di corpo abbastanza equilibrato (come accennato tende alle durezze) abbastanza intenso con una persistenza nel cavo orale pronunciata. È un vino pronto, ma credo possa affinare anche qualche altro mese, di qualità fine ed abbastanza armonico per via del prevalere delle durezze.
La quarta fase prevede, come ben sapete, nell’abbinare il vino ad una pietanza per dare vita ad un connubio armonico. Qui entra in gioco la mia personal chef Margherita (la mia cara moglie) che per ?occasione ha studiato e preparato un piatto di tagliatelle grezze ai 5 cereali con scampi, pannocche e vongole. Senza indugi altrui ?abbinamento è risultato armonico, il piatto ha gusti delicati ma ben definiti (la tendenza dolce degli scampi contrastata dalla sapidità delle vongole) con una leggera untuosità che ben si sposano con la sapidità del vino; non si perdono i sapori propri della pietanza e gli aromi floreali e fruttati de Il Preliminare.
Cantine del Notaio ha dato vita ad un vino che lascia la firma sui piatti a cui si abbina, la scommessa di vinificare in bianco un vitigno così importante è vinta.
Campionatura d’assaggio gentilmente inviata da Cantine del Notaio.
Per maggiori informazioni www.marcomassaro.it
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