Ormai è da tempo che non ti senti riposata e attribuisci questa sensazione a tuo marito che russa, agli impegni martellanti del giorno dopo o al cuscino troppo duro o morbido? Fai fatica ad addormentarti? Ti svegli più volte durante la notte o anticipatamente?
Hai un dolore che nonostante le terapie adeguate è refrattario e resistente e sembra che stia diventando l’amico che ti accompagna durante il giorno e tende ad aumentare o diminuire senza un apparente motivo?
Siediti cinque minuti e leggi questo articolo per scoprire cosa c’è sotto queste due associazioni.
L’insonnia è un disturbo del sonno che ha un’alta prevalenza nella popolazione mondiale così come lo è anche il dolore cronico. Entrambi comportano delle limitazioni funzionali, come stanchezza fisica, difficolta a concentrarsi, debolezza e restrizioni alla partecipazione sociale come una riduzione della quantità e qualità dei rapporti sociali e scarse performance a lavoro o nelle attività sportive.
Negli ultimi venti anni è nata una corposa quantità di studi scientifici che cercano di indagare gli effetti dei disturbi del sonno sul dolore cronico, sull’ansia, sulla depressione, sulla stanchezza cronica, su problematiche reumatologiche come la fibromialgia e altro ancora.
Si stima che la popolazione con dolori cronici abbia 18 volte in più la probabilità di soffrire di disturbi del sonno rispetto alla popolazione sana. Inoltre, si ritiene che l’influenza del dolore sul sonno del giorno dopo sia la metà rispetto all’influenza di disturbi del sonno sul dolore del giorno successivo, peggiorandolo ma non da subito. È necessario un periodo di due, tre settimane di cattiva qualità del sonno prima che si inneschi questo circolo vizioso. In buona sostanza è la qualità del sonno che influenza maggiormente il dolore cronico che non viceversa.
Anche i soggetti sani non sono risparmiati dalla cattiva qualità del sonno, infatti su di essi potrebbe aumentare la probabilità di percepire dolore spontaneamente e che si abbassi la soglia del dolore a stimoli pressori o termici.Le donne sembrano essere più coinvolte da questi meccanismi probabilmente per differenze ormonali che scatenano una reazione pro-infiammatoria che tende a far aumentare la percezione del dolore rispetto ai maschi.
Studi hanno dimostrato che all’aumentare della gravità del disturbo del sonno come la deprivazione totale o parziale di esso, aumentavano gli effetti probabilmente correlati. Tuttavia, gli effetti reali dell’insonnia potrebbero soffrire di fattori cosiddetti confondenti che potrebbero aumentare la reale correlazione insonnia-dolore quali differenze di partecipazione lavorativa (un turnista rispetto ad un impiegato), stati emotivi diversi, ansia, depressione o comorbidità come la sindrome dell’apnea notturna (OSAS).
Migliorare la qualità del sonno potrebbe ridurre la percezione del dolore cronico attraverso dei semplici accorgimenti come questi:
- Prova a non guardare 1 ora prima di coricarti dispositivi elettronici.
- Prediligi ambienti non troppo caldi e non troppo freddi. La temperatura adatta dovrebbe essere di 23°/24°.
- Prova a compiere 10 minuti di meditazione prima di coricarti.
- Non assumere cibi e bevande energizzanti prima di coricarti (caffè, coca cola, cioccolata).
- Non allenarti 4 ore prima di coricarti.
- Prediligi un ambiente scuro.
Figure specializzate possono aiutarti nella gestione del sonno come medici, nutrizionisti, psicologi, fisioterapisti e chinesiologi.
Matteo Erario, dottore gisioterapista
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