In quella strada ormai era arrivato il “progresso”. Prima che cominciassero a costruire l’Italsider c’era solo un’economia contadina, ma adesso si vedevano i soldi veri. Gli artigiani, che prima tenevano un atteggiamento umile, insuperbirono. I contadini che facevano parte dei loro frutti a chi ne aveva bisogno cambiarono atteggiamento: chi voleva i loro frutti li doveva pagare o anzi li avrebbero buttati. In mezzo a tutta quella gente così astiosa Nino non ci voleva stare. Aveva un grande giardino e non uscì più nei crocchi che una volta si formavano in strada, ora non più. Per avere un poco di ombra piantò in giardino un albero di limone che gli avrebbe dato tutto quello che sapeva dare. E quell’albero fornì i limoni per tutte le ricorrenze che ci furono in casa. Intanto cresceva e si faceva forte, mentre Nino si faceva sempre più vecchio, ma mai avrebbe rinunciato all’albero in giardino. Disse ai figli che lo avrebbero dovuto lasciare lì anche morto lui. Il giorno in cui passò oltre i figli abbatterono l’albero, tanto Nino non esisteva più.
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