Domenica, 8 Settembre 2024

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Lettera dal carcere di Opera, Milano

La mafia è un cancro, parola di Walter Modeo

Walter Modeo Walter Modeo

Chiedo che l’illustrissima redazione de La Voce di Manduria, in riferimento alla mia missiva pubblicata il 10 luglio dove si attesta il mio contributo alle indagini e che chiarisce il mio ruolo avuto con mio zio Biagio Rizzo di Torino e le accuse da parte del Vincenzo Raso di Torino ma Rosarnese per avermi fornito 20 Kg di sostanza proveniente da Torino, accusa da me riconosciuta, come l’accusa del collaboratore Pierluigi Chionna, presentatomi dal dichiarante Palmisano Elio nel 2018 per avermi fornito sostanza stupefacente e per gli spari a Pinto Caterina in Oria e a Manduria nei confronti di Dimitri Teresa.

Ci tengo a precisare che il mio contributo dato è stato scaturito da una presa di coscienza definitiva nella caserma carabinieri di Lecce con l’illustrissimo dottor Cataldi, procuratore capo dell’antimafia, nel momento in cui ho rivelato al dottor De Nozza, sostituto procuratore antimafia, il luogo del due depositi contenenti l’eroina per 17 chili per un valore al nostro acquisto , con i proventi sopravvenuti di 430mila euro, sottraendo così al malaffare un milione e 700mila euro, sottraendomi da una condotta criminale non più accettabile nella malavita, dissociandomi totalmente dalla presunta o conclamata associazione alla luce del mio contributo dato in maniera doverosa e non per concordati sconti di pena o protezione, assolutamente no!

Non faccio parte di nessun programma di protezione, io voglio pagare il giusto come ho sempre detto, per quello che realmente ho fatto, non per quello presunto. 

Ora che ho fatto il mio dovere, sta allo Stato individuare il mio futuro avendogli dimostrato la mia fiducia nelle istituzioni, chiedo solo di non essere lasciato solo. Ho bisogno di cure urgenti e una volta fuori di un lavoro che mi possa permettere di vivere e pagare per i miei errori, al fine di essere riabilitato anche nell’ambito amministrativo, per poter vivere in serenità e riconquistare i miei figli che si sono allontanati alla luce di questi fatti e che comprendo il loro comportamento.

Vivendo in un paese libero e democratico confido ancora una volta nell’accoglimento della mia richiesta di accesso al programma di giustizia riparativa avanzata all’attenzione dell’illustrissimo presidente dottoressa Teresa Liuni della Corte d’Appello di Lecce sezione penale, utile al mio reinserimento sociale. 

Walter Modeo, carcere di Opera, Milano

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2 commenti

  • TEO
    sab 27 luglio 10:53 rispondi a TEO

    Quando sono fuori leoni ...in carcere agnellini... Chissa' perche non ci credo a queste parole.....

  • Marco
    ven 26 luglio 10:01 rispondi a Marco

    I soldi facili piacciono a tutti. Quante famiglie rovinate dalla droga... All'estero c'è la pena di morte

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