In numerosi articoli analizzati dalla nostra rubrica, abbiamo citato i Comitati di assistenza civile, istituiti durante il periodo della Grande Guerra con il preciso obiettivo di mantenere un contatto diretto tra lo Stato italiano e le famiglie dei richiamati, che il più delle volte venivano abbandonati dalle istituzioni competenti. Il comitato, presente in ogni città italiana, discuteva dei maggiori problemi che la guerra procurava al benessere dei cittadini. A Manduria, il Comitato di assistenza civile si riunì il 4 luglio del 1915 (come faceva sapere un articolo apparso lo stesso giorno sul “Corriere delle Puglie”, ndr). Composto da cinquanta componenti e presieduto dall’allora sindaco Ignazio Scalinci, «il Comitato direttivo – faceva sapere il giornalista – risultò così composto: Schiavoni Tafuri cav. Carlo, presidente; Casulli Vincenzo e Lacaita Pietro, segretari; Pulcio Vincenzo, tenente dei reali carabinieri; De Raho Stanislao, delegato di pubblica sicurezza; Dilorenzo sac. Michele; Serio prof. Giovanni; Filotico dott. Raffaele; Pasanisi Luigi; Stranieri Giuseppe; Dedonno Giovanni, consiglieri».
Il consiglio affrontò numerosi punti, quali «la quantità dei sussidi da elargire» e «il funzionamento della cassa (si tratta della cassa economato del comune che si occupa delle spese correnti dell’ente, ndr)», oltre a proporre «la formazione di un Comitato di dame, per provvedere di calze e di pezze per i piedi i nostri soldati combattenti». Uno dei componenti del comitato, più precisamente il delegato di pubblica sicurezza De Raho, riferì di «aver istituito con successo, nei Comuni dipendenti dalla sua giurisdizione» dei registri a tutte le famiglie dei richiamati alle armi per «riscuotere ed elargire». Inoltre, riferì che «la somma degli oblatori di questa città (Manduria, ndr) per una volta tanto, ascende a lire 10.901 (corrispondenti ad valore d'acquisto attuale di circa 300mila euro) e quella dei sottoscrittori mensili a lire 558 (pari a circa 153mila euro)». Un sacco di soldi provenienti dai donatori del nostro comune, che sono sicuramente sinonimo di grande solidarietà non indifferente in un periodo di grande difficoltà. Il giornalista però concludeva l'articolo, sperando che il numero di soldi elargiti dai manduriani potesse aumentare sempre più, in modo tale da rendere più agiata la vita delle povere famiglie che furono costrette a vivere un periodo della loro vita caratterizzato da difficoltà economiche e psicologiche che solo la guerra potrebbe portare.
Antonio Dinoi
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