Mariggiò spiega il difficile rapporto con il sindaco

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Andrea Mariggiò

«Faremo come nelle squadre di calcio, quando manca un giocatore se ne trova un altro per vincere la partita». Così il sindaco Gregorio Pecoraro commenta dopo nove giorni le dimissioni del suo vice Vito Andrea Mariggiò. Un chiaro benservito al suo ex fedelissimo che mostra ancora una volta la linea dura del suo modo di amministrare che non accetta consigli o vedute differenti alle sue. Ne hanno già fatto le spese tre ex assessori mandati a casa perché non più graditi. Il quarto è Mariggiò che per la prima volta, dopo giorni decide di parlare al nostro giornale.

Poche parole che però lasciano bene intendere la definitiva fine di un lungo rapporto con il primo cittadino con il quale non è stato facile “dialogare”. «Non è stata una scelta semplice, alla base della quale – dice Mariggiò -, ci sono diversità di vedute e approcci operativi che hanno portato a scelte di programma e di strategia politica non condivisibili». Frasi apparentemente di circostanza che lasciano comunque intendere la maretta che ha portato i due ex amici ad allontanarsi bruscamente. «Ho fatto questa scelta – si giustifica Mariggiò -, per garantire continuità al progetto dell'amministrazione in serenità. Concordo nell'opinione del sindaco (quella del cambio in corsa del giocatore che se ne va, ndc), della serie "tutti sono fondamentali, nessuno indispensabile"».
Poi la notizia di un suo non ritiro dalle scene. «Continuerò ad operare per la città nella società civile, seguendo la mia coscienza», continua Mariggiò che non scopre ancora la goccia che ha fatto travasare tutto. «Ci sono diversi episodi che hanno evidenziato divergenza nel modo di intendere la politica, il rapporto con la coalizione e la città in generale. Poi alcune scelte programmatiche che a mio parere andavano sostenute e valorizzate» e che evidentemente non hanno trovato il via libera del sindaco.

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