Nessuna condanna avrebbe mai potuto ripagarli dell’irreparabile perdita patita, ma ora i familiari di Mattia Di Cicca hanno quanto meno ottenuto un po’ di giustizia. Al Tribunale a Taranto, all’esito dell’udienza preliminare davanti al gup Rita Romano, è stata condannata alla pena di un anno e quattro mesi di reclusione, con la sospensione condizionale, T. M., l’automobilista di 42 anni di Taranto accusata del reato di omicidio stradale per aver concausato il tragico incidente in cui ha perso la vita, rovinando a terra dal suo scooter, il compianto ragazzo, anche lui residente in città, a soli 16 anni. L’imputata, che attraverso il proprio difensore ha scelto l’abbreviato ottenendo gli sconti di pena previsti dal rito alternativo, è stata anche condannata al pagamento di tutte le spese processuali e le è stata altresì comminata la sanzione amministrativa accessoria della revoca della patente di guida.
Il terribile sinistro, peraltro documentato anche dai filmati di una telecamera che dava sulla strada, è successo poco dopo le 14.30 del 6 agosto 2023, nella stessa Taranto. A conclusione delle indagini preliminari, il pm della Procura tarantina titolare del relativo procedimento penale, Marco Colascilla Narducci, che aveva da subito iscritto nel registro degli indagati la (oggi) quarantaduenne, ne ha anche chiesto il rinvio a giudizio perché, mentre era alla guida della sua Renault Modus e transitava in via Tre Fontane in direzione Taranto nei pressi dell’intersezione con via Nave Puglia, “nel corso della manovra di svolta a sinistra, per colpa dovuta a negligenza e imperizia nonché inosservanza della disciplina della circolazione stradale – recita l’atto -, non si assicurava di poter effettuare tale manovra senza costituire pericolo e/o intralcio alla circolazione, tenendo conto della provenienza e direzione di altri veicolo, urtando in questo modo il motoveicolo Honda SH150 condotto da Mattia Di Cicca, che sopraggiungeva alla sua sinistra”. Il quale, com’è purtroppo tristemente noto, in seguito all’impatto, è caduto rovinosamente sull’asfalto riportando politraumi gravissimi che non gli hanno lasciato scampo. Sarebbe bastato guardare lo specchietto retrovisore per evitare il dramma.
La richiesta di processo del sostituto procuratore è stata puntualmente riscontata dal gup con la fissazione dell’udienza preliminare e si è così giunti all’udienza del 18 dicembre in cui, come detto, il giudice ha dichiarato l’imputata colpevole pronunciando la sentenza di condanna a un anno e quattro mesi nei suoi confronti.
Tutta la famiglia Di Cicca per essere assistita, tramite l’Area Manager per la Puglia Luigi Cisonna, si è affidata a Studio3A-Valore S.p.A, società specializzata a livello nazionale nel risarcimento danni e nella tutela dei diritti dei cittadini, con la collaborazione dell’avvocato Daniele D’Elia del Foro di Taranto. E attraverso Studio3A i familiari del ragazzo sono già stati integralmente risarciti dalla compagnia di assicurazione della vettura, ma si aspettavano anche una risposta in sede penale che ora, per quanto molto parziale, è arrivata.
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