
La vecchia discarica “Li Cicci” di Manduria torna nuovamente al centro dell’attenzione per un altro episodio di vandalismo che si tradurrà in ulteriori spese a carico della collettività. Il Comune ha infatti disposto un nuovo intervento urgente per la riparazione del telo di copertura danneggiato da ignoti, con un impegno di spesa pari a 9.200 euro. La ditta incaricata dovrà applicare una toppa in geomembrana ad alta aderenza, saldata per garantire la continuità della protezione del cumulo nord, al fine di evitare che i gas prodotti dalla decomposizione dei rifiuti inquinino l’aria o che il percolato penetri nel terreno.
L’operazione è resa necessaria dall’ennesimo danneggiamento subito dall’impianto, in attesa che vengano avviati i lavori più strutturali già finanziati dalla Regione Puglia con 570mila euro. Questi fondi serviranno per ricostruire la recinzione metallica ormai scomparsa e per altri interventi di ripristino che si aggiungono a quelli già compiuti negli anni scorsi. Si tratta infatti della quarta spesa pubblica legata alla messa in sicurezza del sito dopo la sua chiusura. Già nel 2021, altri 365mila euro erano stati destinati al rifacimento delle coperture delle bancate, al ripristino dei sistemi di raccolta del percolato, agli impianti elettrici e idraulici, e alla sostituzione della recinzione vandalizzata per la seconda volta.
Nonostante questi costosi interventi, una vera bonifica della discarica non è mai stata realizzata. Il progetto esiste ed è noto sia al Comune che alla Regione: si tratta di un’opera idraulica complessa dal costo stimato di circa cinque milioni di euro, destinata anche alla messa in sicurezza della falda sottostante, ma da anni resta chiusa in qualche cassetto. Nel frattempo, la discarica continua a rappresentare un pericolo ambientale e un fardello economico.
Il quadro si complica ulteriormente guardando al passato: nei cinque anni in cui è stata operativa, “Li Cicci” ha generato un giro d’affari stimato in 20 milioni di euro, calcolato su una media di 40 euro per ciascuna delle 500mila tonnellate di rifiuti conferite dai 17 comuni del bacino. Il gestore iniziale, obbligato per contratto alla bonifica del sito, si è reso irreperibile dopo aver incassato gli introiti, lasciando la discarica in stato di abbandono. È stato condannato, ma non ha mai risarcito i danni. L’ultimo intestatario risulta un anziano della provincia di Bari, subentrato dopo una lunga catena di passaggi societari.
Vuoi commentare la notizia? Scorri la pagina giù per lasciare un tuo commento.
© Tutto il materiale pubblicato all’interno del sito www.lavocdimanduria.it è da intendersi protetto da copyright. E’ vietata la copia anche parziale senza autorizzazione.
1 commento
Uccio
gio 5 giugno 09:42 rispondi a UccioA mia lettura capisco che è tutta na buffonata x far girare il denaro .grazie