Quando si è stati tanto amati in vita, i ricordi restano belli per sempre anche dopo che quella che ritorna nei nostri persona non c’è più. Sono passati due anni dalla morte della maestra Gabriella D’Angela e sono ancora tanti i ricordi di chi ha lavorato con lei e di chi da lei ha avuto insegnamento. Ricordi positivi che possono essere una fonte di conforto per chi attraversa ancora quel terribile momento del distacco. Il marito Antonio, il figlio Simone, la figlia Sara e la piccola Marta che insieme decidono oggi di pubblicare i bei ricordi che la maestra Gabriella ha lasciato nel suo percorso. Il primo, il più profondo e tenero, è proprio quello della piccola Marta che da grande vuole riprendere da dove ha lasciato la sua amata nonna.
Ciao Nonna, sono due anni che non ci sei più e la nostra vita è cambiata tanto, troppo. Mi manca la tua presenza, mi manca la tua risata contagiosa, mi manca il tuo interrogarmi sulle poesie e sui moti di rivoluzione della Terra, così come facevi quando gli ultimi giorni mi stringevi la mano, o come quando mi dicevi di ballare per te perché sapevi cosa stava per accadere.
Io parlo di te al presente perché tu sei parte di me, tu sei ciò che io voglio essere da grande: una persona di cultura e di sani principi, una persona che dà amore, una persona onesta.
Per questo Nonna ti prego stai sempre vicino a me e la mamma e spero sarai sempre orgogliosa di me perché io sono fiera di essere la nipote della maestra Gabriella. Ti voglio bene.
La tua Martolina, nipote di Gabriella
Cara Sara
Il tuo invito a ricordare Gabriella (tua madre), è arrivato in un momento in cui, girando tra vecchie carte, ho trovato una foto che mi ha fatto ricordare i momenti di vita scolastica di quel periodo in cui abbiamo lavorato al “ Prudenzano”.
Ci conoscevamo, entrambi eravamo costretti a gestire un problema , non di poco conto, il che ci portava ad avere un ottica diversa rispetto ai più fortunati e ad avere più sensibilità a trattare certi temi.
La scelta, di confermarla prima collaboratrice, fu da me presa con l’intento di dare al personale tutto il messaggio che il cambio del dirigente e i relativi spostamenti di mansioni tra insegnati non dovevano portare sconvolgimenti e rivalse tali da turbare l’andamento delle attività; in questa operazione il suo modo di fare e la sua disponibilità ad ascoltarmi e a rappresentare le istanze del personale tutto fu fondamentale perché facilitò di molto il mio lavoro .
Nello svolgere l’attività didattica nella sua classe era ‘ un treno ‘ vedevo i bambini ‘innamorati’ della loro maestra anche se qualcuno (Gregorio) si lamentava -sottovoce- per i molti compiti a casa, specialmente il sabato . Non si allontanava volentieri dalla classe; la frase che ripeteva come un mantra era: ‘capo i bambini mi aspettano’ ci sentiamo dopo.
Non guardava mai l’ orologio, ai colleghi e al personale tutto dava rispetto e chiedeva rispetto; riusciva a smussare tensioni e incomprensioni che si presentavano nella quotidianità della vita scolastica e la sua ‘mano’ nel programmare le attività scolastiche e parascolastiche si sentiva; era coadiuvata, in questo, dalla maggior parte di tutto il personale e i risultati avuti in quegli anni sono stati notevoli!
Non ho mai avuto dubbi sulla scelta di Gabriella come ‘vicaria’ (nonostante il suo caratterino) svolgeva il suo ruolo con dedizione impegno ascoltando e facendosi ascoltare.
Vi erano momenti in cui la sorprendevi con il volto assorto, attraversato da un velo di malinconia e tristezza e questo capitava quando qualche problema familiare la assaliva e al quale aveva difficoltà a dare risposte; erano i momenti in cui si rinchiudeva e bisognava aspettare che il suo istinto materno ,la sua maturità riprendesse il sopravvento e ,in questo, la presenza di Antonio era fondamentale e lei lo ammetteva e lo ringraziava.
Cara Sara, mi fermo e mi taccio; la quotidianità della vita scolastica di quel periodo affiora in modo tumultuoso nella mia mente e ritengo opportuno fermarmi e augurare a te e alla tua famiglia un ‘qualcosa’ che vi porti a rielaborare la perdita di Gabriella e a trasformarlo in un sostegno per i prossimi anni . Un abbraccio.
Romano Scionti, già direttore di Gabriella.
Il tempo scorre troppo in fretta, ma il ricordo di quando il destino ha fatto sì che le nostre strade si incrociassero è vivido. Era il 1995. Dipingo il ritratto di una persona straordinaria, dalla personalità vibrante e dallo spirito accogliente.
Il nostro cammino insieme è iniziato come colleghe a scuola, ma si è trasformato velocemente in un'amicizia preziosa che ha coinvolto le nostre famiglie. Insieme al suo amato Antonio e ai loro adorati figli Simone e Sara, ha generosamente aperto le porte della sua casa per anni. In questo spazio condiviso, quotidianità e amicizia si sono intrecciati, creando un caldo rifugio di affetto.
Il loro nido familiare è diventato un luogo di condivisione, dove le risate risuonavano e le gioie erano collettive. Nonostante il passare del tempo e la distanza, la stima reciproca e l'affetto tra noi sono rimasti intatti, testimoniando la forza di legami veri e duraturi.
Insegnante straordinaria il cui impegno e dedizione hanno lasciato un'impronta indelebile nei cuori dei suoi alunni. Ha dedicato tutta sé stessa per la loro crescita, trasmettendo non solo conoscenze, ma anche valori e passione per l'apprendimento. Gabriella ha illuminato le aule con la sua passione per l'insegnamento, ispirando gli studenti a esplorare il mondo e a coltivare il proprio potenziale. Il suo contributo va oltre le materie insegnate; ha plasmato menti e ha instillato fiducia, lasciando dietro di sé una comunità di giovani arricchiti dalla sua guida.
Oggi, riconosciamo il suo straordinario impatto nel plasmare il futuro attraverso l'educazione. Che il suo spirito perseveri nell'amore della sua famiglia, nel successo dei suoi ex alunni e nel ricordo di quanti come me hanno avuto il dono prezioso di conoscerla.
Tina Divitofrancesco, collega di Gabriella.
Cara Gabriella, sembra ieri ma sono passati già due anni. Sembra ieri perché il tuo ricordo non è stato per nulla offuscato dal trascorrere del tempo perché i valori di cui hai arricchito la tua missione di insegnante hanno ancora un posto d’amore nel cuore dei tuoi alunni.
In tanti abbiamo apprezzato la tua dedizione al lavoro e le tue capacità nello svolgere qualsiasi incarico. Ogni evento da organizzare era per te una sfida da cui uscire sempre vincente.
A volte mi chiedo come sarebbe stata la tua vita da pensionata. Certamente l’inattività non sarebbe stata tua alleata. Chissà cosa avresti escogitato pur di renderti utile e preziosa per chi ti era vicino.
Nella tua casa eri e rimani una presenza viva e centrale e i tuoi cari, ricordandoti costantemente a chi ti ha conosciuta e amata, mantengono vivo e palpitante il ricordo del tuo cammino fra noi.
Cesaria Lomartire, già direttrice di Gabriella.
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