Venerdì, 22 Novembre 2024

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Tendini della cuffia dei rotatori: impariamo a conoscerli

Il dolore Il dolore

I tendini della cuffia dei rotatori sono importanti strutture che riguardano la spalla. Essi partono da quattro muscoli che sono il muscolo sottoscapolare, il muscolo piccolo rotondo, il muscolo sottospinato e il muscolo sopraspinato e vanno a unirsi e inserirsi tra la piccola tuberosità e la grande tuberosità dell’omero.

La loro funzione è quella di stabilizzare e centrare la testa dell’omero nella glena durante i movimenti della spalla.

Traumi e sforzi di grande intensità o di piccola intensità ma prolungati nel tempo possono sollecitare i tendini della cuffia dei rotatori tanto da oltrepassare la loro soglia di capacità di carico e comportare tendinopatie o rotture parziali/totali.

Di tale problematica possono soffrire con più probabilità le persone dai 45 anni in su.

Se la causa non è traumatica può essere intesa come una comune degenerazione fisiologica del corpo umano.

Oltre il puro aspetto meccanico legato alla sollecitazione dei tendini, altri fattori di rischio possono aumentare la probabilità della degenerazione fino alla rottura. Il primo fattore di rischio è sicuramente l’età. Altri sono fattori metabolici come il diabete, l’ipercolesterolemia, problematiche tiroidee, il fumo, l’ipertensione arteriosa, l’obesità e fattori genetici.

Il tendine più esposto a degenerazione è quello del muscolo sovraspinato per caratteristiche anatomiche.

MA, come stiamo notando in questi tempi di pandemia con il COVID-19, anche tanti reperti anatomici “patologici” che si riscontrano con le varie immagini strumentali quali ecografia, risonanza magnetica o altro ancora possono essere sintomatici o asintomatici.

In breve molti studi scientifici hanno volutamente esaminato attraverso ecografia o risonanza magnetica la prevalenza di rottura tendinea parziale o totale dei tendini della cuffia dei rotatori in soggetti asintomatici, un po' come fare il tampone anti-COVID-19 in soggetti che non hanno sintomi riferibili a esso e trovarlo positivo.

Il risultato di questi studi attesta un’alta percentuale di persone con rottura tendinea in soggetti senza dolore. Tuttavia una parte di essi potrebbe svilupparlo con il passare degli anni, o che la lesioni tendinea aumenti o che rimanga uguale.

Ma allora cosa innesca davvero i sintomi della spalla dolorosa riferibili ai problemi dei tendini della cuffia dei rotatori?

Non è ancora chiaro, sicuramente incidono molto le componenti psicologiche del soggetto tra cui la sua capacità di affrontare lo stress, la qualità del sonno e lo stato emotivo.

E cosa fare dinanzi al dolore?

Cercare di non sforzare il braccio oltre la soglia del dolore può essere una buona strategia per gestire il carico.

Evitare di stancare eccessivamente il braccio. Un braccio con tendini della cuffia dei rotatori lesionati potrebbe andare incontro prima a faticabilità che si può tradurre in dolore notturno.

Pendolare il braccio in giù come se si dovesse appunto scaricarlo dalle tensioni muscolari createsi in zona e che possono interessare frequentemente anche la regione cervicale.

Il trattamento può essere non chirurgico o chirurgico sulla base di tanti fattori presi in considerazione.

Il miglior trattamento non chirurgico si basa su educazione, terapia manuale e soprattutto esercizio terapeutico associato o meno a una terapia farmacologica o infiltrativa (valutando attentamente i suoi effetti collaterali quali ulteriore aggravamento della degenerazione tendinea).

Il miglior trattamento chirurgico è quello artroscopico per via della minor invasività.

Ortopedici e fisioterapisti specializzati su tale distretto possono ridurre fino a eliminare l’incubo della perdita di forza, del dolore e dell’eventuale rigidità instauratasi.

Matteo Erario, dottore fisioterapista

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